quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 14 FEBBRAIO 2017
Tumore al seno. Dal Senato cinque mozioni per migliorare l’assistenza. Dalle Breast Unit in tutte le Regioni alle esenzioni dal ticket

L'Assemblea di Palazzo Madama ha approvato cinque mozioni presentate da Forza Italia, Cor, Cinque Stelle, Pd e Ala. Diversi gli obiettivi per un maggiore impegno del Governo sul fronte della lotta a quello che resta il più diffuso tumore femminile. Ogni anno in Italia colpite 46mila donne. Parere favorevole del Governo. I TESTI DELLE 5 MOZIONI.

L'Assemblea di Palazzo Madama ha approvato cinque mozioni parlamentari sui tumori femminili, presentate da senatori dei Gruppi FI-PdL, CoR, M5S, PD e ALA.
 
La sen. Rizzotti (FI-PdL) ha illustrato la mozione n. 600 che impegna il Governo a destinare risorse e adottare misure, anche attraverso accordi nella Conferenza Stato-Regioni, al fine di assicurare uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale per l'esenzione del ticket alle portatrici di mutazioni patogenetiche.
 
In particolare la mozione  impegna il Governo a valutare l'utilità e la possibilità di impegnare e destinare le risorse economiche e di adottare tutte le misure, anche attraverso accordi all'interno della Conferenza Stato-Regioni, al fine di assicurare l'uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale per l'esenzione dal ticket, riservata già da alcune Regioni, alle portatrici di mutazioni patogenetiche dei geni BRCA1 e BRCA2, garantendo il rispetto del diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione.
 
Il sen. D'Ambrosio Lettieri (CoR) ha illustrato la mozione n. 638 che impegna il Governo ad attivare tutti i centri di senologia nelle diverse Regioni; a includere nel programma di screening, previsto dal Servizio sanitario nazionale, anche le donne con un'età a partire da 25 anni; a potenziare le attività di prevenzione e diagnosi precoce del cancro alla mammella; a promuovere una campagna di formazione sull'autopalpazione all'interno delle scuole secondarie.
In particolare la mozione  impegna il Governo:
1) a porre in essere ogni iniziativa idonea a far sì che, entro il 2017, siano attivati tutti i centri di senologia nelle diverse Regioni italiane e nelle Province autonome, nel rispetto delle linee guida indicate dal "Documento di indirizzo nazionale per la definizione di specifiche modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia";
 
2) a valutare la possibilità di promuovere le più opportune iniziative, al fine di includere nel programma di screening, previsto dal Sistema sanitario nazionale, anche le donne con un'età a partire da 25 anni (cui garantire visite specialistiche ed ecografie) e le donne con un'età a partire da 40 anni (cui garantire anche la mammografia), sulla base delle evidenze scientifiche disponibili;
 
3) a porre in essere ogni altra iniziativa utile a potenziare le attività di prevenzione e diagnosi precoce del cancro alla mammella, prevedendo anche adeguate campagne di informazione nazionali;
 
4) a valutare la possibilità di promuovere una campagna di prevenzione e di formazione sull'autopalpazione all'interno delle scuole secondarie di II grado.
 
Il sen. Gaetti (M5S) ha illustrato la mozione n. 684, che impegna il Governo a valutare l'attività svolta dai centri di senologia, prevedendo un meccanismo di premiazione per le Regioni virtuose e sanzioni per quelli che non soddisfano criteri di qualità ed efficienza; a promuovere adeguate campagne di informazione per la prevenzione; a valutare l'opportunità di istituire un meccanismo premiante, anche di tipo fiscale, per i cittadini che si sottopongono a screening.
 
In particolare la mozione  impegna il Governo:
1) a valutare la possibilità di rilevare e valutare quantitativamente e qualitativamente i centri di senologia presenti in tutte le regioni, pubblicando i relativi dati sul sito web del Ministero della salute, e prevedere, altresì, un meccanismo di premiazione per le Regioni virtuose che abbiano sul proprio territorio una rete dei centri di senologia eccellenti;
 
2) a valutare la possibilità di garantire a tutte le donne affette da tumore al seno il diritto di essere curate nei centri di senologia certificati e a tal fine prevedere, nel caso in cui tali centri non soddisfino criteri di qualità ed efficienza, meccanismi di valutazione sull'attività svolta dai direttori generali, con l'applicazione di idonee sanzioni;
 
3) a promuovere adeguate campagne di informazione a livello nazionale per la prevenzione, lo screening, la diagnosi e la cura del tumore al seno che coinvolga i presidi sanitari, i medici di medicina generale e il volontariato di settore, quest'ultimo adeguatamente formato;
 
4) a valutare l'opportunità di istituire un meccanismo premiante, anche di tipo fiscale, per i cittadini che si sottopongono agli screening, in quanto, come è stato dimostrato, si viene a determinare un risparmio sui costi sanitari.
 
La sen. Dirindin (PD) ha illustrato la mozione n. 713 che impegna il Governo a promuovere la realizzazione di un'efficiente e capillare rete di centri di senologia per garantire i migliori trattamenti diagnostici e terapeutici in tutte le Regioni; a monitorare nelle diverse Regioni l'andamento dei programmi di screening; a prevedere interventi per l'estensione in tutte le Regioni dei programmi di screening a favore delle donne dai 45 ai 49 anni sulla base delle evidenze scientifiche disponibili.
 
In particolare la mozione impegna il Governo a:
1) a promuovere la realizzazione di un'efficiente e capillare rete di centri di senologia, integrati con i programmi di screening organizzati, in grado di garantire i migliori trattamenti diagnostici e terapeutici nelle diverse fasi della malattia in tutte le Regioni del Paese, con un sistema di monitoraggio e di produzione di indicatori di qualità simile a quello esistente per i programmi di screening organizzati;
 
2) a monitorare, con continuità nelle diverse Regioni, l'andamento dei programmi di screening mammografico, demandando al comitato per la verifica dei LEA (livelli essenziali di assistenza) l'effettuazione di specifiche rilevazioni concernenti le diverse modalità organizzative e i differenti costi sostenuti, al fine di evidenziare le migliori pratiche e promuovere la loro estensione in tutte le realtà regionali, superando così le inaccettabili differenze che ancora sussistono tra Regione e Regione;
 
3) a valutare la possibilità di prevedere specifici interventi per l'estensione in tutte le Regioni italiane dei programmi di screening a favore delle donne dai 45 ai 49 anni, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili.
 
La sen. Gambaro (ALA) ha illustrato la mozione n. 719 che impegna il Governo a potenziare i programmi di screening in tutte le Regioni; ad attivare le breast unit (raccomandazioni europee cui devono attenersi i centri di senologia); a potenziare il monitoraggio dei dati regionali; a istituire finanziamenti ad hoc per la valutazione di progetti da parte di revisori di chiara fama internazionale; a garantire l'attivazione dei centri di senologia in tutte le Regioni entro il 2017; a favorire la creazione di laboratori transnazionali.
 
Quest'ultima mozione, in particolare, impegna il Governo:
1) a potenziare i programmi di screening in tutte le Regioni italiane, prendendo atto che le aree del Sud Italia hanno minori tassi di adesione ai programmi, ma anche una minore efficienza degli stessi, perché il numero di donne che riceve l'invito per l'esame è ancora molto basso;
 
2) ad attivare le breast unit, cioè le raccomandazioni europee cui devono attenersi i centri i senologia su tutto il territorio nazionale;
 
3) a potenziare il monitoraggio dei dati regionali per permettere di migliorarne l'efficienza;
 
4) a promuovere interventi volti a sensibilizzare le donne a più livelli, dalle scuole con programmi mirati per le ragazze, al coinvolgimento dei medici di famiglia, ad efficaci campagne mediatiche;
 
5) a valutare la possibilità di istituire finanziamenti ad hoc, gestiti con bandi specifici, che prevedano la valutazione dei progetti da parte di revisori di chiara fama nel settore a livello internazionale;
 
6) ad intervenire con ogni più opportuna iniziativa, affinché entro l'anno 2017 siano attivati in tutte le Regioni i centri di senologia, in ossequio alle linee guida di cui al documento di indirizzo nazionale per la definizione di specifiche modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia;
 
7) a valutare la possibilità di favorire la creazione di laboratori trasnazionali e diffondere la creazione di unità di bioinformatica in tutto il territorio .
 
Alla discussione hanno partecipato le sen. Fucksia (Misto), Anitori (AP) e Padua (PD) le quali hanno ricordato che ogni anno 46.000 donne si ammalano di tumore al seno che costituisce la prima causa di mortalità per tumore nella popolazione femminile; i fattori di rischio della patologia, che aumentano con l'età, sono riproduttivi, ormonali, dietetici e metabolici.
 
Il Sottosegretario di Stato per la salute Faraone ha espresso parere favorevole su tutte le mozioni, a condizione che diversi impegni siano riformulati con l'introduzione della formula "a valutare l'opportunità di".
 
Hanno svolto dichiarazione di voto i sen. D'Ambrosio Lettieri (CoR), Silvana Comaroli (LN), Mazzoni (ALA), Alessia Petraglia (SI-Sel), Aiello (AP), Gaetti (M5S), Maria Rizzotti (FI-PdL), Emilia Grazia De Biasi (PD).

© RIPRODUZIONE RISERVATA