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Martedì 14 FEBBRAIO 2017
Fondo non autosufficienza. A rischio i fondi promessi da Renzi. Aisla pronta a scendere in piazza

La possibilità di un taglio del Fondo è emersa oggi al tavolo interministeriale presieduto dal Ministro del Lavoro Poletti. Ma il presidente Aisla, Massimo Mauro, non accetta passi indietro: “Il Governo deve confermare lo stanziamento dei 500 milioni di euro, già insufficiente. Se l’impegno non verrà mantenuto, scenderemo in piazza per protestare”.

Preoccupazione tra le famiglie dei disabili gravi per il destino del fondo per la non autosufficienza. La possibilità di un taglio del Fondo sarebbe emersa oggi al tavolo interministeriale sulla non autosufficienza, presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, a cui ha partecipato Aisla, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, che lo scorso novembre si era battuta per l’aumento del Fondo, inizialmente previsto di 450 milioni.

“Il Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze non deve essere tagliato e il Governo deve confermare lo stanziamento dei 500 milioni di euro a sostegno delle persone con SLA e dei disabili gravi, già previsto nella Legge di stabilità del dicembre 2016. Se l’impegno non verrà mantenuto, scenderemo in piazza per protestare. La cifra di 500 milioni di euro è infatti già insufficiente per poter dare una risposta ai bisogni di tutti i malati di SLA e dei disabili gravi e non può essere ulteriormente ridotta”, è la dichiarazione rilasciata da Massimo Mauro, presidente di Aisla, a termine dell’incontro.

Il Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze, ribadisce l’Aisla, “è fondamentale per dare un aiuto alle famiglie che devono assistere a domicilio un malato non autosufficiente come le persone colpite da SLA; ad esempio è necessario alle famiglie per potersi permettere una o più ‘badanti’ per l’assistenza 24 ore su 24 oppure per l’acquisto di ausili come i comunicatori o i letti attrezzati. Senza un’adeguata assistenza domiciliare molti malati sarebbero costretti a rivolgersi alla rete ospedaliera e assistenziale con un conseguente aumento dei costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale”.

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