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Mercoledì 15 FEBBRAIO 2017
Medicine non convenzionali. Ricciardi replica a Romani: “Non possono essere rimborsate dal Ssn cure di non provata efficacia”

Dopo la presa di posizione del senatore dell’Idv, il presidente dell’Iss ribadisce le sue ragioni sulla querelle nata dopo l’esposizione di un cartello in cui si riportava la dizione di Omeopatia Ginecologia e Omeopatia Oncologica esposto in una struttura sanitaria del servizio sanitario della Toscana

Gentile Senatore Romani,
il rispetto che ho nei confronti del Parlamento e la gratitudine per Lei ed i Suoi Colleghi Senatori per il supporto che hanno sempre voluto garantire all’Istituto Superiore di Sanità, recentemente concretizzatosi anche nel supporto unanime della Commissione Igiene e Sanità all’emendamento con prima firma della Presidente De Biasi per la stabilizzazione dei precari storici dell’Istituto, alcuni con un’anzianità di servizio vicina ai venti anni, mi spinge a rispondere alla lettera che cortesemente mi ha voluto indirizzare in riferimento alla mia posizione, espressa in un tweet personale, in cui manifestavo sorpresa per un cartello esposto in una struttura pubblica della Toscana in cui si riportava la dizione di Omeopatia Ginecologia (sic) e Omeopatia Oncologica.
 
In particolare, esprimevo perplessità sul fatto che in una Regione virtuosa e coraggiosa per molte importanti ed innovative scelte di politica sanitaria (medicina di iniziativa, chronic care model,  case della salute,  per citarne solo alcune) vi fosse una struttura finanziata con fondi pubblici erogante prestazioni prive di evidenze scientifiche.
 
Ritengo che ciò sia poi particolarmente preoccupante in un momento in cui la crescita dei bisogni della popolazione, legata alla demografia ed alla epidemiologia per molti versi drammatica del nostro Paese, richiede un uso rigoroso delle sempre più limitate risorse disponibili.
 
Nello specifico, è importante sottolineare che non esiste una definizione universalmente accettata di Medicine non Convenzionali e che, benché i due termini Medicina Complementare ed Alternativa vengano usati spesso in una singola categoria, è invece importante fare una distinzione.
 
Può essere così utile sottolineare che:
· quando una pratica medica non convenzionale è usata insieme alla medicina tradizionale essa può essere considerata “complementare”
· quando una pratica medica non convenzionale è usata invece della medicina tradizionale essa può essere considerata “alternativa”.
 
Vi può essere talvolta sovrapposizione delle due. 
 
Alcuni esempi sono, appunto:
· omeopatia
· agopuntura
· osteopatia
· chiropratica
· fitoterapia.
 
E’ bene sottolineare che ogni persona adulta e responsabile è libera di scegliere il proprio trattamento, naturalmente se questo è almeno sicuro, ma chi gestisce un Servizio Sanitario pubblico ha l’obbligo morale, scientifico e finanziario di erogare solo prestazioni che siano contemporaneamente sicure ed efficaci e per questo valutate alla luce delle più rigorose e consolidate metodologie scientifiche.
 
In particolare, per l’omeopatia i principali sistemi sanitari del mondo sono arrivati alla conclusione che questi trattamenti non sono efficaci.
 
Recentemente, negli Usa il Governo Federale ha obbligato tutti i produttori di farmaci omeopatici a riportare ben esplicitamente la seguente scritta:
“1) non vi è alcuna evidenza scientifica che questo prodotto funzioni; 2) le affermazioni dei produttori sono basate esclusivamente su teorie sull’omeopatia sviluppate nel 1700 e non accettate dalla maggior parte degli esperti medici moderni”.
 
Naturalmente ognuno è libero di fare del proprio denaro l’uso che ritiene, quello che non è accettabile è che in un momento in cui non riusciamo ad erogare prestazioni di provata sicurezza ed efficacia per tutti coloro che ne hanno bisogno anche un solo Euro di danaro pubblico possa essere assegnato a prodotti che abbiano le caratteristiche di cui sopra.
 
Nella sua nota lei fa accenno alla professione di medico, che tempo fa ho scelto esattamente per le motivazioni che lei ha citato, e cioè per contribuire a fornire alla persona malata, anche attraverso la ricerca, tutto ciò che possa aiutarla a superare le difficoltà fisiche e psicologiche legate alla propria vulnerabilità, mettendola al centro delle attenzioni, ma ciò va fatto nel rispetto della scienza e della deontologia professionale che obbliga ogni professionista sanitario ad erogare solo prestazioni sicure ed efficaci. Ogni deviazione da questa rotta è densa di pericoli, innanzitutto per i pazienti, esposti ai pericoli di trattamenti nel migliore dei casi inefficaci, in alcuni casi francamente nocivi.
 
Nell’augurarle la serena prosecuzione delle sue attività parlamentari, Le invio cordiali saluti
 
Walter Ricciardi
Presidente dell’Istituto superiore di sanità

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