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Giovedì 23 FEBBRAIO 2017
Caso San Camillo. La Regione Lazio: “Concorso regolare, con procedure che avevano avuto ok della Salute e del Mef”

Dopo le polemiche una nota sottolinea che le procedure non contengono “alcuna forma di iniquità poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti, tra i requisiti previsti, all’obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all’erogazione del servizio”

“Le procedure avviate oltre un anno fa, per completare l’organico dei servizi dedicati alle prestazioni assistenziali relative all’applicazione della legge 194 presso il Centro di Riferimento Regionale dell’Ospedale S. Camillo, non contengono alcuna forma di iniquità poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti, tra i requisiti previsti, all’obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all’erogazione del servizio”, così in una nota oggi la Regione Lazio interviene dopo le polemiche scatenate dalla notizia.
 
"Meraviglia pertanto - scrive ancora la Regione - che l’Ordine dei Medici di Roma non conosca i contenuti di atti che risalgono al mese di giugno 2015 pubblicati sul Bollettino Ufficiale. Peraltro nell’ambito delle procedure previste è stata espletata anche la mobilità, mediante avviso pubblico di mobilità volontaria regionale e interregionale con relativa graduatoria di merito pubblicata nel febbraio del 2016. È singolare che l’Ordine sia contrario all’assunzione attraverso un concorso pubblico di due medici inscritti all’Ordine stesso. Tutta la procedura inizia con il decreto 227 del 6 giugno 2015 del Commissario ad acta che non ha avuto rilievi da parte dei Ministeri affiancanti, ovvero Salute e Mef”.

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