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Martedì 07 MARZO 2017
Epatite A, in aumento tra i maschi adulti. Soprattutto nelle città

La maggior parte dei nuovi casi di epatte A riguarda gli adulti, soprattutto uomini tra i 25 e i 40 anni, che vivono nelle principali aree metropolitane d’Italia. La vaccinazione, espressamente raccomandata nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale per i maschi che fanno sesso con maschi,   è efficace nel ridurre il rischio di malattia anche in coloro che già sono stati esposti al contagio.

Uomini tra i 25 e i 40 anni, che vivono a Roma, Napoli o Milano. È questo l’identikit dei soggetti più a rischio di contrarre l’epatite A. La patologia è prevalentemente diffusa attraverso rapporti sessuali, ma il contagio può avvenire anche tramite il consumo di acqua e cibi, come molluschi crudi o poco cotti contaminati dal virus.

Sintomi e cause
L'epatite A è una malattia infettiva acuta del fegato causata da un virus. Di solito si manifesta dopo due-sei settimane dalla contrazione. I sintomi più frequenti sono: nausea, vomito, diarrea, ittero - occhi e cute assumono un colorito giallastro -, urine scure, feci chiare, febbre e dolore addominale. Può raramente verificarsi, soprattutto tra gli anziani, un’insufficienza epatica acuta. La patologia può durare a lungo ed essere molto debilitante, ma in assenza di altre malattie concomitanti ha, di solito, decorsi benigni. Una volta contratta l’infezione si acquisisce una immunità per il resto della vita.

"Nel caso della epatite A, la protezione con il condom – ha spiegato Giovanni Battista Gaeta, Professore Ordinario di Malattie Infettive alla Seconda Università degli Studi di Napoli - non impedisce la trasmissione per via fecale-orale a seguito di contatti sessuali oro-anali. Nella pratica il vaccino contro l’epatite A è dotato di buona efficacia nel prevenire i casi di contagio e pertanto va consigliato nell’immediato ai contatti dei casi affetti, compreso i familiari conviventi, e più in generale a tutti i soggetti esposti al rischio a causa delle le proprie abitudini sessuali. Per ottenere quest’ultimo obiettivo è indispensabile una campagna di informazione".
La diffusione tra maschi omosessuali
Per quanto riguarda i soggetti maschi che praticano sesso tra maschi (MSM), piccole epidemie locali di epatite A tra sono state segnalate verso i primi anni di questo secolo, in Europa e negli Stati Uniti. In Italia abbiamo attualmente notizia di casi soprattutto a Milano, Roma, Padova e Napoli. Si tratta comunque di poche decine di casi, che hanno un peso limitato sulla diffusione della malattia nella popolazione generale, che si mantiene estremamente bassa: 0,6 casi ogni 100.000 abitanti, secondo i dati Seieva. 

Il vaccino
La vaccinazione contro il virus dell’epatite A è espressamente raccomandata nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale per i soggetti MSM. L’efficacia della vaccinazione nel ridurre il rischio di infezione anche in corso di epidemia è stata recentemente dimostrata in Taiwan: dal 2015 sono stati segnalati oltre 750 casi di epatite A tra i MSM. Una volta individuato un caso di epatite, va raccomandata la vaccinazione immediata dei familiari conviventi e di coloro che ne sono a contatto.
"In uno studio che ha coinvolto più di 1.500 MSM con infezione da HIV attuato durante un’epidemia di epatite A che ha causato oltre 750 casi tra gli MSM, chi non ha accettato di sottoporsi alla vaccinazione – ha detto Massimo Galli, Professore Ordinario Malattie Infettive Università degli Studi di Milano, nonché vicepresidente della SIMIT, Società italiana di malattie infettive e tropicali - ha manifestato l’epatite 16,5 volte più frequentemente rispetto a coloro che hanno ricevuto anche una sola dose di vaccino. Ciò ha consentito di determinare in questo caso un’efficacia del 93,6% della vaccinazione, nonostante la sua somministrazione potesse essere considerata tardiva rispetto allo svilupparsi dell’epidemia. I risultati di questo studio, presentato la scorsa settimana alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI), la più importante conferenza scientifica su HIv e AIDS che si è tenuta quest’anno in Seattle, ulteriormente confermano quindi l’indicazione della vaccinazione per l’epatite A per gli MSM". 

"La vaccinazione viene attuata – ha aggiunto Massimo Puoti, Direttore di Struttura Complessa di Malattie Infettive Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano - mediante due somministrazioni per via intramuscolare a 6 mesi di distanza l’una dall’altra. Trattandosi di un vaccino contenente virus ucciso, non vi sono controindicazioni nel suo impiego in persone portatrici di malattie che causano immunodepressione. La vaccinazione si è dimostrata efficace anche nella maggioranza delle persone portatrici dell’infezione da HIV ed è raccomandata in particolare nelle persone affette da epatopatia cronica (in conseguenza della maggiore probabilità di sviluppare forme gravi), nelle persone con coagulopatie tali da richiedere terapia a lungo termine con derivati di natura ematica e nelle persone che fanno uso di droghe per via endovenosa".

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