quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 18 LUGLIO 2011
Si uccide Mario Cal. Era il vice di don Verzè al San Raffaele

Il manager si è ucciso questa mattina all’interno dell’Ospedale San Raffaele di Milano, lasciando una lettera di cui non si conosce ancora il contenuto. Pochi giorni fa era stato nominato il nuovo Cda dopo il sostegno del Vaticano per il risanamento della Fondazione.

Il cambio ai vertici della Fondazione Monte Tabor lascia una scia di sangue. La scorsa settimana era di fatto finita l’epoca di don Verzè, che aveva fondato il San Raffaele nel 1971 e che aveva come braccio destro proprio Mario Cal.
La situazione dei conti della Fondazione si era rivelata, nella ricostruzione fatta dalla società di revisione Deloitte, molto grave: circa 600 milioni di debiti commerciali, che potrebbero salire a quasi un miliardo di debito complessivo, e l’utilizzo per ripianare altri debiti di gran parte di un prestito da 165 mln ottenuto per sostenere la ricerca. In attivo il gruppo San Raffaele avrebbe invece un fatturato annuo che si aggira intorno ai 600 milioni e che in gran parte (oltre 400 mln) viene dalle degenze in convenzione pagate dalla Regione Lombardia.
Per salvare il San Raffaele era intervenuto direttamente il Vaticano, con l’ingresso di propri uomini nel CdA della Fondazione e in particolare di Giuseppe Profiti, presidente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, del presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, del giurista e presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick e dell’imprenditore Vittorio Malacalza, con grandi interessi nel ramo immobiliare e vicepresidente di Pirelli. Il nuovo CdA ha inoltre chiamato all’incarico di amministratore delegato Enrico Bondi (ex ad Parmalat) e si dice voglia affidare nuovamente l’incarico di direttore generale a Renato Botti, allontanatosi proprio per contrasti con Mario Cal.
Un vero cambiamento epocale, che, secondo le analisi di stampa apparse nei giorni scorsi, avrebbe potuto comportare l’uscita di scena dello stesso Cal, insieme a Carlo Salvatori (Banca Monte Parma) e Ennio Doris (Gruppo Mediolanum). E che, soprattutto, aveva già prodotto un sostanziale cambiamento di ruolo di don Verzé: il fondatore aveva infatti conservato formalmente la presidenza, ma una nota del Cda dello scorso 11 luglio sottolineava che “tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione sono stati conferiti a Profiti”.
Il salvataggio del San Raffaele dovrebbe realizzarsi attraverso 200 milioni di euro dello Ior e il lancio di una charity internazionale per investimenti nel settore universitario della Fondazione, valutati in circa un miliardo di dollari in tre-cinque anni.
La Procura di Milano, e segnatamente il pm Luigi Orsi, aveva avviato nelle scorse settimane un protocollo civile per monitorare la situazione finanziaria della Fondazione. In quest’ambito, e dunque senza alcuna indagine penale in corso, Mario Cal era stato ascoltato in Procura lo scorso mercoledì.
E.A.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA