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Giovedì 09 MARZO 2017
Camera. Dalila Nesci nuovo capogruppo del M5S in commissione Affari sociali

Sostituisce Marialucia Lorefice. “La nostra rappresentanza ha fatto tanto, continueremo con maggiore impegno”, dichiara Nesci, che dedica particolare attenzione alla Calabria, sua terra di origine, dove, afferma, “resta aperto un problema cruciale, cioè l'incompatibilità permanente del sub-commissario Andrea Urbani con la nuova carica di direttore generale della Programmazione sanitaria”.

La deputata Dalila Nesci è il nuovo capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Affari sociali-Sanità. Sostituisce Marialucia Lorefice. Ne dà notizia la stessa parlamentare in una nota dove si spiega che Nesci, “finora, ha lavorato in primo luogo sulla gestione dei Piani di rientro dal disavanzo sanitario regionale, di recente presentando due proposte di legge: una per indagare a fondo sulla sicurezza dei Punti nascita nelle regioni commissariate, l'altra per ridurre l'ingerenza dei commissari governativi nell'organizzazione dei servizi e per recuperare i quasi due miliardi del Fondo sanitario che lo Stato ha tolto d'imperio alla Calabria”.

“Sono onorata – afferma Nesci – di rappresentare il gruppo del Movimento 5 stelle nella commissione preposta a tutelare il diritto alla salute. La nostra rappresentanza ha fatto tanto, continueremo con maggiore impegno. La questione di fondo è che la sanità italiana è disastrata al Sud e funziona nel Nord, malgrado i tagli che i governi hanno disposto per onorare patti micidiali con le cupole monetarie”.

“In Calabria – conclude Nesci, riferendosi alla sua terra d’origine – resta aperto un problema cruciale, cioè l'incompatibilità permanente del sub-commissario Andrea Urbani con la nuova carica di direttore generale della Programmazione sanitaria. La coincidenza tra controllato e controllore non è stata rilevata da nessun gerarca della politica calabrese, il che puzza di compromesso di potere. Nello specifico daremo battaglia. Tacere significherebbe legittimare un'operazione di palazzo palesemente impropria”.

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