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Venerdì 10 MARZO 2017
Tetti di spesa nel privato. Ultimatum di Polimeni alle Asl: contratti entro il 15 marzo o stop agli accreditamenti

 Entro il prossimo 15 marzo chi non siglerà l’intesa sui volumi annui di attività e sul correlato budget, vedrà partire la procedura di sospensione degli accreditamenti. Di nuovo sul piede di guerra l’Aiop, l’Aspat e le associazioni di categoria

Tetti di spesa dei centri privati, aut aut del commissario Joseph Polimeni: stop alle convenzioni per chi non firma i contratti con le Asl. Entro il prossimo 15 marzo chi non siglerà l’intesa sui volumi annui di attività e sul correlato budget, vedrà partire la procedura di sospensione degli accreditamenti. In soldoni senza contratto nessuna prestazione sarà rimborsata dalla Regione. Le condizioni poste sono quelle previste dai contestatissimi decreti commissariali (n. 85 e 89), dello scorso agosto con in più la reintroduzione della mensilizzazione del budget (adottato un anno fa e poi congelato) e lo stop a tutte le concessioni assicurate dall’intervento di De Luca, compreso l’addendum contrattuale per il 2016.

Intanto, in assenza dei contratti il limbo ha riguardato anche i pagamenti finora centellinati a partire dallo scorso autunno. Su questo polimeni ha dato direttive alle Asl: “Fino a quando non interverrà la suddetta formale sospensione dell’accreditamento – scrivono i commissari - si ritiene legittimo che l’Asl corrisponda alla struttura privata l’acconto sulle prestazioni sanitarie già rese”. L’ultima proroga per i contratti con le Asl risale a dicembre scorso. Ora viene chiesto ai manager delle Asl di procedere entro il 15 marzo. In mancanza dovranno scattare le procedure per la sospensione degli accreditamenti. Per garantire la continuità assistenziale i direttori generali delle Asl dovranno programmare “anche in concorso tra loro e con le aziende ospedaliere, tutte le iniziative necessarie ad assicurare i Livelli essenziali di assistenza con particolare riferimento alla rete dell’emergenza-urgenza e alle prestazioni salvavita e proporre una congrua distribuzione, su base mensile, del relativo budget delle strutture sospese alle altre adempienti”.

Una circolare che però non tiene conto, secondo l’Aiop (associazione delle case di cura) delle note ufficiali diramate a più riprese, a fine anno, dalla presidenza della Regione che avevano scongiurato la serrata e le procedure di licenziamento avviate a fronte della sottostima del fabbisogno e del manato monitoraggio effettuto a monte in vista della programmazione biennale (2016-2017). Mobilitati, in queste ore per decidere il da farsi oltre alle Case di cura ci sono anche i centri specialistici, di riabilitazione e le strutture di Fkt. “Introdurre di nuovo il criterio della ripartizione mensile del budget – avverte Bruno Accarino, leader regionale di Snr  – significa che ci fermeremo il 20 di ogni mese anziché a fine ottobre. Non si comprende con quale criterio si fa la programmazione. Né c’è stato il preventivo calcolo del fabbisogno previsto dalla Regione e della stessa struttura commissariale”.

“Alcune Case di cura e la stessa Aiop – ribadiscono i commissari – condizionano la stipula del contratto anche per il solo 2016 alla definizione di una integrazione (addendum) dei tetti di spesa stabiliti dal decreto 89 del 2016”. Si tratta di una manciata di milioni da mettere nel piatto per mitigare il livello di spesa annuo sottostimato per circa 50. Ma i commissari intendono concedere tale integrazione solo per il 2017 e sulla scorta dei preconsuntivi del 2016.
 
L’Aiop, nell’ultima assemblea del 13 febbraio scorso ha deciso, intanto, di proporre per il 2015 il contratto siglato in quell’anno con l’Asl di Salerno (con deroghe per la clausola di salvaguardia sui contenziosi), e di utilizzare per il 2016 le eventuali economie di gestione delle Asl per contratti integrativi da dirottare sulle prestazioni di media e bassa complessità che rientrano nel flusso della mobilità sanitaria. Per il 2017, infine, attende una proposta sui tetti di spesa da eventualmente sottoscrivere.
 
Il tutto è stato affidato a una nota diramata alla Regione e alle Asl (non ai commissari) il 22 febbraio, ossia una settimana prima dell’ultimatum diramato da Polimeni e D’Amario. Nota in cui si riannodano difficoltà e disagi legati agli impegni presi e disattesi dalla Regione a ottobre e a novembre dalla struttura commissariale, quando la temperatura della vertenza era salita ai livelli massimi.

Sul versante della specialistica sono in allerta la Federlab, la stessa Snr e soprattutto l’Aspat che ha proceduto a inoltrare, in vista della scadenza di metà marzo, una nota di protesta in Pec alla Regione, all’indirizzo del governatore Vincenzo De Luca con la richuesta di Revoca della circolare commissariale e di convocazione del promesso, annunciato e mai convocato tavolo regionale per le rilevazioni del fabbisogno su cui calibrare la programmazione della struttura commissariale.
 
“Ci opponiamo alla circolare commissariale – avverte Polizzi - fra gli acta degli incarichi dei commissari (delibera del Consiglio dei Ministri dell’11 dicembre del 2015) a Polimeni è stato assegnato il compito di provvedere alla “definizione e sottoscrizione dei contratti con gli erogatori privati accreditati, in coerenza con il fabbisogno assistenziale”. “E’ trascorso ormai un anno dalla riunione del 9 febbraio 2016, in Sala Giunta, nella quale in sua presenza – scriva l’Aspat all’indirizzo di De Luca - e con i suoi auspici si convenne l’istituzione, con carattere d’urgenza, di un Tavolo tecnicoregionale per la ricognizione del fabbisogno prestazionale propedeutico alla definizione dei tetti di spesa. Nel successivo incontro del 17 marzo 2016 tenutosi a Palazzo S.Lucia, superando col suo personale impegno le astruse ed anacronistiche circolari dei Commissari sui tetti di struttura, mensilizzazione e pagamenti, fu ribadita la necessità di istituire dei Tavoli tecnici di branca per la verifica del fabbisogno prestazionale. Il 12 aprile – ricostruisce l’Aspat - presso la Struttura Commissariale, i Commissari governativi concertarono la costituzione di Tavoli tematici di confronto distinti per le singole Branche specialistiche (in numero di otto) per definire la programmazione del 2016. Ebbene alcun riscontro è stato dato alle richieste di convocazione dei Tavoli anche quando formulate con atto stragiudiziale di significazione ed istanza ex L. 241/90. Il 1° agosto 2016 si svolse presso la Struttura Commissariale una riunione “farsa” nella quale i Commissari, lungi dal fornire i dati sul fabbisogno assistenziale, chiesero alle Associazioni presenti di indicare le criticità esistenti impegnandosi a convocare ad horas una riunione (mai effettuata!) di confronto per la stesura, come da consolidata prassi, del Protocollo d’intesa della macroarea”. 

La Struttura commissariale a detta dell’Aspat adottò l’8 agosto scorso in maniera unilaterale ed autoritativa il Dca n. 89 definendo i tetti di spesa per il biennio 2016-17 e reinserendo nuovamente il criterio della mensilizzazione della spesa in precedenza sospeso. Solo grazie all’opera di mediazione di De Luca  si giunse poi all’emanazione del Dca n. 103 con la modifica della clausola di salvaguardia, ed alla nota dei Commissari n. 7549/C del 28 dicembre 2016 riguardante la sottoscrizione dei contratti limitati alla sola annualità 2016. Ora  la reviviscenza della durata biennale del contratto (ex DCA 89/2016) sancisce, tra l’altro – secondo L’Aspat - l’applicazione della “mensilizzazione” del budget accantonata lo scorso anno e l’avvio, in presenza di diniego alla sottoscrizione, della procedura di sospensione dell’accreditamento.
 
“In base alle norme – conclude la nota dell’Aspat - circa la necessità di osservare nella formulazione dei tetti di spesa percorsi istruttori ispirati al principio della partecipazione tali da assicurare l’equilibrato contemperamento degli interessi in rilievo, la Presidenza di Giunta Regionale ha reiteratamente confermato l’impegno a costituire una Commissione mista per la definizione, sulla base dell’aggiornamento del fabbisogno prestazionale, dei tetti di spesa per l’anno 2017. Chiediamo pertanto la revoca della circolare commissariale e la convocazione del tavolo per la rilevazione dei fabbisogni”.

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