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Giovedì 16 MARZO 2017
Rischio clinico. Federsanità Anci: “Fatta la legge è necessario creare cultura della prevenzione”

E' partita oggi dal Ministero della Giustizia una serie di incontri, organizzati da Federsanità ANCI in collaborazione con SISMLA, tra operatori del settore per approfondire le novità introdotte dalla nuova legge Gelli-Bianco sul rischio clinico.  “Il vero investimento è sulla rete di prevenzione e sulle competenze”, ha detto Angelo Lino Del Favero, Presidente di Federsanità ANCI. LE SLIDE

“Aver ridefinito la cornice e le regole complessive di un sistema che non tutelava più adeguatamente né i pazienti né i professionisti”. E’ Federsanità Anci a sintetizzare così lo spettro della nuova legge “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” approvata in via definitiva lo scorso 28 febbraio.
 
Ma “fatta la legge ora occorre creare le condizioni per favorire lo sviluppo della cultura della prevenzione”, sottolinea il presidente Angelo Lino Del Favero, introducendo i lavori del primo di una serie di incontri dal titolo “Responsabilità professionale e sicurezza delle cure”, organizzati in collaborazione con Sismla (Sindacato Italiano Specialisti in Medicina Legale e delle Assicurazioni) - che si è svolto oggi 16 presso il Ministero della Giustizia.
 
“Il pilastro fondamentale per abbattere il contenzioso – ha detto Del Favero - è la prevenzione. Il punto di forza della norma sta nel rendere obbligatorio in tutte le strutture, pubbliche e private, un modello organizzativo di risk management. Se i professionisti impareranno attraverso questa legge a prevenire il rischio e a lavorare sulla loro formazione scatterà una vera e propria rivoluzione culturale”.
 
In perfetta sintonia anche il Segretario Generale di Sismla, Raffaele Zinno, che ha sottolineato come la nuova norma segna una conquista, prima ancora che per i professionisti, per i cittadini-pazienti che sono tutelati più volte.
 
“In primis perché una legge sulla gestione del rischio significa creare cultura della prevenzione. Secondo, poi, - ha detto Zinno – è garantito un più facile accesso ai risarcimenti. Inoltre un’importante novità è introdotta dall’articolo 15 che prevede la formazione di un collegio medico-legale che dovrà valutare i casi di responsabilità professionale dal punto di vista tecnico. È un punto molto importante perché credo che i medici, tutti i medici, non vogliano sottrarsi al giudizio, ma auspichino di essere valutati da colleghi che ne sanno quanto loro. Questi, conoscendo la materia in giudizio, potranno emettere giudizi più qualificati. È una legge sufficientemente bilanciata da riportare le regole e il rapporto medico-paziente nel giusto equilibrio. Perdono la burocrazia, il contenzioso, la medicina difensiva. Vincono i bisogni di salute dei cittadini-pazienti”. 
 
L’incontro è stato aperto dalla relazione introduttiva di Federica Chiavaroli, Sottosegretario Ministero della Giustizia. E’ seguita una tavola rotonda coordinata da Giuseppe Fanfani, Consigliere CSM e Raffaele Zinno, Segretario Nazionale Sismla, con la partecipazione di Federico Gelli, relatore della legge alla Camera dei Deputati, Pasquale Giuseppe Macrì, Referente Medico-Giuridico Federsanità ANCI, Carlo Bonzano, ordinario di procedura penale Università di Tor Vergata, e Amedeo Bianco, relatore della legge al Senato.
 
“Dopo decenni di colpevole inerzia – ha sottolineato Macrì - il legislatore, motivato dalla necessità di porre le basi per la sostenibilità di un sistema sanitario di tipo universalistico, ha finalmente emanato una legge di complessa architettura e che, lungi dall’essere perfetta,  pare prospettare un orizzonte di auspicato equilibrio tra gli interessi di quanti operano multi-professionalmente in ambito sanitario e dei cittadini che devono poter confidare in un sistema di tutele ad assistenza tanto sicuro quanto efficace,  democraticamente accessibile ed economicamente sostenibile. Ora lo strumento normativo è disponibile. Confidiamo che Magistrati, Avvocatura, Medici Legali vogliano adoperarsi per dare efficacia alla norma e concrete speranze di un più sereno rapporto tra professionisti della sanità e pazienti”. 
 
“Obbiettivo della nuova norma - ha dertto Chiavaroli - è aumentare le tutele per il diritto alla salute dei cittadini risolvendo il problema della medicina difensiva (che ormai da anni registra costi esagerati)e riducendo il contenzioso nei tribunali che non fa altro che prolungare i tempi di risarcimento del danno per chi lo ha subito. Siamo in un momento storico importante perché abbiamo l'opportunità di modernizzare il sistema sella sicurezza delle cure e allo stesso tempo rispondere meglio ai bisogni espressi dai pazienti. La salute è un diritto che va tutelato e questa nuova legge è lo strumento per garantire le tutele”. 

 
I lavori sono stati conclusi con la lettura del messaggio inviato da Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute.

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