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Venerdì 17 MARZO 2017
Influenza, inverno killer: tra gli anziani il 42% dei decessi in più durante il picco rispetto alle attese

Solo nella settimana picco (a metà gennaio) si stimano 3.400 morti tra gli over 65 in più rispetto alle attese, che potrebbero essere riferiti proprio all'epidemia influenzale. Pochi vaccini e virus troppo aggressivo. Due fattori che, insieme, hanno trasformato l’inverno 2016-2017 in una delle stagioni con il numero più alto di decessi tra gli anziani, a causa dell'influenza. La copertura vaccinale tra gli ultrasessantacinquenni non ha raggiunto il 50%, il minimo raccomandato è il 75%. Anche in altri Paesi d’Europa la situazione non è stata migliore. L'analisi dell'Iss.

Sta per concludersi ma, considerando il numero delle vittime di influenza, è stata una delle peggiori degli ultimi anni. Lo scorso inverno all’epidemia influenzale è stato infatti associato un tasso di mortalità nella popolazione anziana più elevato rispetto alle attese. Lo sottolinea l'Istituto superiore di sanità in una nota.
 
In base ai dati del network  network Euromomo per il monitoraggio della mortalità, a cui partecipano 19 paesi europei, si è osservato un eccesso di decessi per tutte le cause nelle ultime due settimane di dicembre 2016 e nelle prime quattro di gennaio 2017 in Italia, come in Francia, Spagna e Portogallo, per rientrare nei valori attesi a fine febbraio.
 
Il dato peggiore è stato osservato in Italia con un incremento medio stimato nel periodo tra la 42ª settimana del 2016 e la 10ª del 2017, dell'11,6%, che però nella settimana di picco dell'influenza è stato addirittura del 42%, rispetto al valore atteso e quindi potenzialmente attribuibile all’epidemia influenzale.
 
Il dato italiano si basa su quelli forniti dal Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera che rileva il numero di morti medi giornalieri per tutte le cauese oltre i 65 anni in 34 città campione, con una copertura pari al 19% della popolazione over 65 italiana. E' questo sistema che ha registrato una mortalità superiore all’atteso a partire da fine dicembre, con un picco di eccesso durante la seconda settimana del 2017 seguito da un graduale calo, per poi rientrare nei valori stagionali a partire dalla 7ª settimana dell’anno.
 
Durante la decima settimana del 2017 la mortalità è stata in linea rispetto all’atteso, con una media giornaliera di 219 decessi rispetto a 214 attesi. Mentre nella settimana picco dell'influenza (la seconda del 2017) i morti sopra i 65 anni segnalati sono stati 329 al giorno contro i 231 attesi (+42%), con un eccesso di mortalità a livello nazionale stimabile in circa 3.400 morti in più rispetto alle attese, solo in questa settimana.
 
Se si considera tutto il periodo finora osservato, che va dalla 42ª settimana del 2016 alla 10ª del 2017, la mortalità over 65 nelle 34 città campione, a fronte di un attesa di 31.129 decessi ha fatto registrare 34.748 decessi, vale a dire 3.619 in più del previsto.
 
Considerando che tale dato si riferisce al 19% della popolazione over 65 italiana, si può stimare un eccesso di mortalità tra gli over 65 per tutte le cause in Italia in questo periodo di circa 18 mila morti, dei quali una parte può essere certamente attribuita all'influenza stagionale e alle sue complicazioni.
 
Numero di decessi osservato e atteso per settimana nella popolazione di età ≥65 anni per tutte le cause di morte
 

 
L'unico dato certo in proposito è comunque quello fornito da un altro sistema di sorveglianza, quello che monitora i casi gravi e i decessi specifici legati all'influenza che dall’inizio della stagione influenzale, ha segnalato 219 casi gravi, 53 dei quali deceduti, da 11 Regioni e P.A. Nell'ultima settimana analizzata (la decima del 2017) non sono stati invece segnalati nuovi casi gravi da influenza confermata e sono stati aggiornati i dati relativi alle settimane precedenti.
 
L’età mediana dei casi gravi è di 72 anni (range 0-94) ed il 62% sono maschi. Il 95% dei casi gravi ed il 100% dei decessi presentava almeno una patologia cronica pre-esistente: le più rappresentate sono le malattie malattie cardiovascolari(74%), seguite dalle respiratorie croniche (63%), dal diabete (45%) e dall’obesità (31%).
 
Non è stato segnalato nessun caso grave di influenza confermata in donne in gravidanza.
 
Nella maggior parte dei casi gravi è stato isolato il virus A/H3N2 (63%), seguito dal virus A/H1N1pdm09 (6%) e dal virus B (4%). Nel 27% dei casi gravi e nel 20% dei decessi non è stato possibile tipizzare i virus di tipo A isolati. Nel 69% dei decessi è stato isolato il virus A/H3N2 e nel 10% il virus A/H1N1pdm09.
 
“Ogni anno nei laboratori di tutto il mondo vengono formulate diverse combinazioni dei ceppi vaccinali previsti per la stagione successiva per cercare di arginare la diffusione dell’epidemia – ha spiegato Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – La campagna vaccinale è importante perché nella popolazione anziana, anche laddove la formulazione non è perfetta, è in grado di attenuare la virulenza e di favorire un decorso clinico migliore prevenendo comunque almeno il quaranta percento della mortalità. I dati europei – ha continuato il Presidente – ci dicono anche che nei paesi dove la copertura vaccinale è maggiore e le raccomandazioni sono estese anche ad altri gruppi di popolazione l’eccesso osservato è stato di gran lunga inferiore”.

L’aggressività dell’epidemia di virus A/H3N2 e una bassa copertura vaccinale negli anziani, rimasta sotto la soglia del 50%, sono i due principali fattori che hanno contribuito all’incremento della mortalità. Secondo le raccomandazione dell’OMS e del Ministero della Salute, infatti, i vaccini anti-influenzali dovrebbe raggiungere almeno il 75% della copertura tra gli ultrasessantacinquenni e tra i soggetti con condizioni di rischio.
 
Stefano A. Inglese

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