quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 20 MARZO 2017
Punti nascità. La priorità dev'essere garantire la sicurezza



Gentile Direttore,
le scrivo dopo aver letto e visto in tv i servizi sul punto nascita de La Maddalena e tutto quello che ho letto mi ha riportato indietro alla mia esperienza di Direttore Sanitario e Direttore Generale della Asl di Matera dove ho vissuto il difficile compito di rivisitare la rete dei punti nascita, tenendo conto solo dei parametri di sicurezza e qualità, e ciò nonostante avendo contro le comunità di quelle aree che cercavo di tutelare.
 
Può sembrare paradossale ma quello che la gente vuole è l’ospedale sotto casa, quello che invece chi governa la salute dovrebbe perseguire è assicurare al cittadino non l’ospedale sotto casa ma quello più idoneo ad affrontare le specifiche necessità del singolo paziente.

La medicina oggi è interessata da alcune grandi transizioni che comportano necessariamente un ripensamento dei paradigmi e tra questi va ricordata quella epidemiologica e quella demografica che vede un tasso di natalità uguale o inferiore al tasso di mortalità. Tutto questo porta alla necessità di un cambiamento organizzativo e assistenziale che non rispetti solo la compatibilità economica ma soprattutto la sicurezza delle procedure.

Oggi punti nascita considerati sicuri per le donne devono effettuare non meno di 1000 parti l’anno con alcune eccezioni che riducono il numero a non meno di 500/anno con opportune misure di sicurezza (personale adeguato, collegamento con sistema di emergenza etc.). All’On Gasparri, che incitava in TV i suoi colleghi a tenere aperto il punto nascita de la Maddalena e ad aprirne altri, rivolgerei la domanda che le donne hanno rivolto all’Assessore Arru, “dove farebbe partorire sua figlia in un punto nascita che fa almeno 1000 parti l’anno e tutela al massimo la salute delle donne o in punto nascita che ne fa meno di 500?”
 
Credo che la risposta sia scontata e voglio ricordare a tutte le donne che il parto è fisiologico solo dopo che è avvenuto prima ci sono rischi importanti da non sottovalutare, inoltre qualunque punto nascita deve essere inserito in un contesto ospedaliero di medio livello che assicuri le urgenze.

I casi Campagna Vaccinale, Stamina e Di Bella, che rappresentano l’epifenomeno di un malinteso concetto di diritto e il negazionismo della scienza, dovrebbero aver almeno insegnato, soprattutto ai politici, che demagogia e populismo sono nemici della salute e della scienza e come diceva Socrate “C’è un solo bene il sapere e un solo male l’ignoranza”.

Non posso che condividere le scelte dell’Assessore Arru che sono dettate dalla sua etica personale e dal codice deontologico che ispira la nostra professione e penso, più che sperarlo, che il nostro Ministro della Sanità pur esercitando un ruolo politico condivida le sue scelte.

Dott. Vito Nicola Gaudiano
Segretario Centro Studi FNOMCEO
Vice Presidente OMCEO Matera 

© RIPRODUZIONE RISERVATA