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Martedì 28 MARZO 2017
 Odontoiatria. Una petizione inutile



Gentile direttore,
In momenti ciclici della nostra storia alcuni cavalli di battaglia affiorano, o meglio riaffiorano, quando sembra sia il momento migliore per riportarli in auge.
Nel settore odontoiatrico possiamo spaziare dalla revisione del profilo dell'odontotecnico, all'inasprimento delle pene per l'abusivismo (non ero ancora laureato - ebbi questa sventura nell'85 - e se ne parlava già da decenni...), dalla chiusura dei corsi laurea pletorici alla neoregulation delle società scientifiche (come scordare le prime, farraginose riunioni per l'ECM - si era ancora nel millennio scorso - con una fila di società questuanti lunga come un elenco telefonico).

La nostra professione, come altre d'altronde, vive un presente caratterizzato dall'incertezza e dal marasma più totali, dove ormai vale tutto e vince chi la spara più grossa.

Proclami, editti, minacce, parole grosse, decisioni estreme, da ultima spiaggia.

In napoletano - ah, che spettacolo la saggezza popolare - si potrebbe azzardare un «Facimm ammuina!» che lascia spazio a tutto e il contrario di tutto.

Perchè? Siamo una categoria di individualisti, noi come gli altri liberi professionisti. Noi abbiamo l'aggravante imposta di essere sanitari, legati quindi ad un codice etico che ai low cost o agli abusivi fa un baffo. Sembra un pò lo scontro di civiltà fra la nostra cultura e i dogmi irreali e da delirio di Daesh, anche se il paragone, lo ammetto, può essere forte. Ma, se provate a seguire il concetto, si tratta dello stesso effetto che una cultura occidentale democratica e rispettosa dei diritti della persona fa fatica a contrapporre all'arroganza totalitarista di un fanatico che trae successo dal totale disprezzo per chi non è uniformato alla sua follia onirica.

Lo stesso discorso vale per questa maltrattata odontoiatria, un tempo professione con la "P" maiuscola, per rispetto suscitato e imponibile generato, ora tornata la Cenerentola della mezzanotte, senza nemmeno una scarpetta di vetro da riciclare per garantirsi un matrimonio d'interesse.

Tutto questo discorso perchè? Perchè da qualche settimana abbiamo toccato uno dei punti più bassi del brainstorming da bocciofila che caratterizza spesso le iniziative del settore. Ebbene si, dopo trent'anni di impegno sindacale dovevo vedere anche questo: "La Petizione". Al Presidente della Repubblica. Come se la professione, senza più frecce da scoccare, dovesse ricorrere come ultima ratio ad una tale figura istituzionale come un Graziano Mesina qualunque.

Ora, partendo dal presupposto che qualsiasi sasso nello stagno serve a smuovere un pò d'interesse sul settore (ma quanto ancora abbiamo da imparare dai tassisti!), cerchiamo di non illuderci troppo. É chiaro, firmare questa come altre iniziative ha lo scopo di coinvolgere mass media e opinione pubblica in un ragionamento che preveda certezze di tariffe e garanzie di minimi qualitativi delle prestazioni, da tempo inesistenti.

Servirà firmare? No!

Ma, come per molte cause perse, soprattutto quando si tratta di salute, vale la pena di provare anche questa (iniziativa comunque non originale, gli architetti erano su change.org per lo stesso motivo qualche settimana prima dei dentisti).

A proposito, mi piacerebbe sapere nel 2006, con la Bersani in fase di approdo, dov'erano i soloni che ora hanno tirato il coniglio fuori dal cilindro, quando AIO sfilava in piazza a protestare a fianco di altri professionisti che esibivano cartelli dal tenore «Bersanicambiapusher»?

Quindi, smettiamo di dilettarci con le tastiere e andiamo piuttosto a prendere per le orecchie tutti gli onorevoli che possano darci il supporto per uno straccio di DDL qualsiasi che riporti al settore la dignità che merita e calpestata da tempo. Se i vertici Cao, Fnomceo, AIO, ANDI, il Collegio dei Docenti, gli studenti, i consigli direttivi delle società scientifiche andassero ad incatenarsi davanti a Montecitorio, magari otterremmo almeno un passaggio sui TG nazionali.

Certo non sarebbe corposo come il corteo di taxi bianchi che blocca il GRA ma almeno sarebbe un inizio.
 
Giulio Del Mastro
Odontoiatra

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