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Venerdì 07 APRILE 2017
Vaccini. Caro Panti, pronti al confronto ma senza “sanzioni” per i medici che dissentono



Gentile direttore,
in una lettera del 3 aprile, il dottor Antonio Panti, Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, esprime stupore e dispiacere poiché, in un’indagine della Società Italiana per la Prevenzione delle Infezioni, si è rilevato che: a) circa il 30% degli operatori sanitari intervistati non riteneva che i benefici dei vaccini sono certi, b) solo il 31,4% del campione aveva effettuato la vaccinazione antinfluenzale.

Forse - azzardo io - il motivo risiede nel fatto che i sanitari, più degli altri cittadini, sanno che i dati riguardanti le epidemie influenzali sono regolarmente gonfiati di circa 10 volte. In effetti non si sa neppure da dove vengano fuori i famosi 8000-18.000 morti annui dichiarati, in contrasto con i documenti pubblicati dallo stesso Iss.

Il dottor Panti poi cita la lettera aperta di un gruppo di medici rivolta al prof Walter Ricciardi nel 2015, “nella quale, pur dichiarandosi a favore dei vaccini, si introducevano alcuni distinguo”. Sostiene che la letteratura medica avrebbe già risposto a quei quesiti, tuttavia io (che sono co-firmatario della stessa lettera), non ho trovato traccia dei dati richiesti e sto ancora attendendo una gentile risposta da parte di Ricciardi, ex presidente AIFA.

Per inciso, nel Documento FNOMCeO sui vaccini citato dal dott. Panti, si menzionano trial clinici randomizzati e controllati in doppio cieco: mi può forse dire egli stesso dove posso trovarne che confrontino il complesso delle vaccinazioni proposte in un gruppo di bimbi rispetto ad un gruppo equivalente trattato con placebo? Il fatto di tollerare bene un’aspirina non comporta affatto il poter tollerare ugualmente bene l’insieme di un’aspirina + due tramadolo + tre naproxene + ecc ecc . Il perché non devo certo spiegarlo.

Il Presidente OMCeO inoltre allude “ad interessi meno nobili” che avrebbero animato le intenzioni dei sottoscrittori. A ben vedere i conflitti di interessi sono altrove, comprese alcune società scientifiche che non disdegnano finanziamenti dell’industria farmaceutica, o gli incentivi economici che sono percepiti da medici e pediatri per ottenere coperture vaccinali alte tra i propri assistiti. Tutto lecito, per carità, ma questi sono conflitti certi, i suoi sospetti sono invece da dimostrare, prima di poterne parlare.

Certe affermazioni del dottor Panti sono poi francamente paradossali. Si lamenta che i medici non “partecipano al dibattito sul valore della scienza”, e che “spetta ai medici attivare il confronto pubblico” e contemporaneamente sembra essere affatto favorevole ad aprire procedimenti disciplinari verso chi osi “dibattere” qualcosa. E’ forse seccato perché alcuni colleghi (un bel numero) pongono delle civili e legittime domande? Vuole la censura? Allora sia soddisfatto se i dibattiti di cui sente la carenza non ci sono.

PS. Auspicasse davvero il dott Panti un franco e libero dibattito“in difesa dei valori della scienza”, lo invito a farsene promotore anche in questa sede (Direttore del Quotidiano permettendo!). Magari senza condimento di minacce di radiazione per chi non dovesse pensarela esattamente come lui.
 
Dr. Fabio Franchi
Specializzato in Malattie Infettive (ora pensionato)
Trieste

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