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Venerdì 05 MAGGIO 2017
Spesa farmaceutica. Nel 2016 in Veneto convenzionata scesa del 2,7%

Il dato supera quello nazionale, dove la riduzione è stata del 2,4%. Per Federfarma Verona “il merito va anche ai farmacisti che applicano con convinzione la legge relativa ai farmaci equivalenti. Produrre risparmio significa investire, avere nuove risorse a disposizione che dovrebbero rimanere in seno alla regione in quanto virtuosa”.

È di oltre 15,5 milioni di euro la contrazione della spesa farmaceutica a carico del servizio sanitario Veneto nel 2016 (raffronto con il 2015) sul totale annuale di 559,5 milioni di euro. La riduzione che equivale al 2,7%  risulta maggiore della media nazionale attestatasi a 2,4% su una spesa pari a 8,5 miliardi di euro. In calo anche il numero di ricette che l’anno scorso ha sfiorato in Veneto quota 36 milioni con un decremento dell’1,7% contro la media italiana del -1,5%. A fornire i dati è Federfarma Verona che evidenzia come i numeri siano “come sempre stati acquisti grazie alle farmacie che quotidianamente li inviano a Federfarma, la quale li ha elaborati e li rende pubblici”.

“Sembra davvero incredibile che il Veneto, tra le regioni più virtuose d’Italia per quanto riguarda proprio la spesa pubblica farmaceutica, continui a produrre risparmio  - commenta Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona -. Il merito va anche ai farmacisti che applicano con convinzione la legge relativa ai farmaci equivalenti secondo la quale il farmacista è obbligato a consigliare i prodotti senza brevetto che presentano i medesimi principi attivi del prodotto ‘firmato’. Un altro impegno di cui vengono gravati i farmacisti, molto utile ai Ministeri della Sanità nonché dell’Economia e delle Finanze, riguarda l’elaborazione dei dati che oggi presentiamo e che sono frutto dell’invio quotidiano a Federfarma di tutto ciò che riguarda l’utilizzo dei farmaci. Un servizio che tutti i colleghi farmacisti offrono gratuitamente alla collettività e che è necessario per adottare strategie mirate di contenimento”.

Per Bacchini “produrre risparmio significa investire, avere nuove risorse a disposizione che dovrebbero rimanere in seno alla regione in quanto virtuosa”.

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