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Lunedì 29 MAGGIO 2017
Psoriasi. Screening per le comorbidità anche nei bambini che ne soffrono

Come gli adulti, anche i pazienti pediatrici possono essere affetti da patologie correlabili con la malattia dermatologica e per questo gli esperti raccomandano uno screening approfondito, articolato in quattro punti chiave.

(Reuters Health) – Rischio di infarto, diabete, ipertensione, iperlipidemie, obesità, depressione e altre patologie non riguardano solo gli adulti che soffrono di psoriasi, ma potrebbero interessare anche i bambini. Per questo un panel di esperti, guidato da Lawrence Eichnfield dell’Università della California di San Diego, analizzando la letteratura scientifica, ha estrapolato delle raccomandazioni specifiche proprio per i pazienti pediatrici e per ottimizzare la loro salute futura. Il lavoro è stato pubblicato su JAMA Dermatology.
 
Le raccomandazioni
Il team di ricercatori ha individuato delle raccomandazioni che coincidono con quelle approvate dalla American Academy of Pediatric e che includono:
· uno screening annuale per valutare sovrappeso e obesità a partire dai due anni di età;
· un controllo dei pazienti sovrappeso per valutare il diabete di tipo 2 a partire dall’età di 10 anni;
· uno screening lipidico tra i 9-11 e i 17-21 anni,
· uno screening annuale per l’ipertensione dai tre anni e la valutazione di eventuale steatosi epatica non-alcolica nei bambini con fattori di rischio.
 
Inoltre, dal momento che la psoriasi è legata a patologie psichiatriche a qualsiasi età, gli esperti sottolineano anche l’importanza di un controllo annuale per ansia e depressione, nonché uno screening annuale sull’abuso di sostanze a partire dagli 11 anni di età.“
 
Queste raccomandazioni, basate sul consenso degli esperti, forniscono un punto di partenza per lo screening, che potrebbe essere poi affinato, per esempio specificando ulteriormente le raccomandazioni per gruppo di età, sottotipo di malattia, gravità della patologia”, spiegano gli autori. “Educare pazienti e familiari a queste patologie associate, migliorare lo stile di vita e fornire supporto sono componenti chiave della gestione della malattia, mentre la collaborazione e la comunicazione tra le diverse figure professionali coinvolte sono fondamentali per limitare i problemi che questa patologia porta con sé”.
 
Fonte: JAMA Dermatology

Reuters Staff

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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