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Lunedì 05 GIUGNO 2017
Trauma cranico. Emicrania persistente negli adolescenti sportivi 

Gli atleti adolescenti con una storia familiare di emicrania, mostrano una probabilità triplicata di avere un’emicrania post-traumatica (PTM) persistente oltre a un'intolleranza all’esercizio fisico (SRC).

(Reuters Health) - L’emicrania post-traumatica (PTM) si verifica dopo un trauma cranico in oltre un terzo dei pazienti ed è associata ad esiti peggiori e tempi di recupero più lunghi, secondo quanto scrivono Alicia Sufrinko dell'Università di Pittsburgh e colleghi nel loro articolo pubblicato sul Journal of Head Trauma Rehabilitation: le conseguenze possono persistere per oltre tre anni dal primo trauma.
 
Per arrivare a queste conclusioni Sufrinko e il suo team hanno esaminato 153 atleti di età compresa tra 12 e 18 anni che avevano subito un trauma cranico nelle due settimane precedenti il reclutamento. Il 45% ha riportato una storia familiare di emicrania, mentre il 44% ha soddisfatto i criteri per la PTM. Si è così evidenziato che il 30% degli atleti senza storia familiare di emicrania aveva una PTM, contro il 57% dei pazienti con una storia familiare di emicrania. Inoltre la relazione di probabilità di avere una PTM associata alla storia familiare di emicrania era di 2,60 (P = 0,003). E ancora si è visto che le disfunzioni neurocognitive e vestibolari/oculomotore erano peggiori per i pazienti con PTM, indipendentemente dalla loro storia familiare di emicrania.

Secondo Sufrinko, allenatori, educatori e atleti dovrebbero essere consapevoli che la storia familiare di emicrania è un fattore di rischio per PTM, ed è associata ad esiti peggiori. Si pensa che l'emicrania e la concussione abbiano una fisiopatologia condivisa, ha osservato il ricercatore. Mentre poco si sa su come la PTM dovrebbe essere trattata rispetto all’emicrania non correlata al trauma. E ha aggiunto che i risultai dello studio suggeriscono che i medici devono trattare i pazienti con PTM come i pazienti con emicrania, piuttosto che come pazienti ansiosi. Generalmente – ha aggiunto – i pazienti sono invitati a ritornare a casa e riposare dopo una gara, ma troppo riposo può in realtà peggiorare l'emicrania, secondo Sufrinko. Invece - ha spiegato - i pazienti devono essere istruiti a seguire le loro normali attività quotidiane tra cui mangiare regolarmente e bere molta acqua, "non dovrebbero stare solo in camere buie a letto tutto il giorno. Potrebbe essere potenzialmente dannoso per il loro recupero" – ha concluso.
 
Fonte: J Head Trauma Rehabil 2017
 
Anne Harding

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science/ Nutri e Previeni)  

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