quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 12 GIUGNO 2017
Inquinamento. Tre bimbi su 10 malati per colpa dell'ambiente, i Pediatri: “Ecco le azioni concrete per cambiare tendenza”

Il 33% dei piccoli sotto i 5 anni è affetto da patologie riconducibili a fattori ambientali: “è necessario invertire la rotta programmando azioni concrete.”
Al G7 sull'Ambiente di Bologna, per difendere la salute dei bambini, arriva l’appello dei pediatri. Giampietro Chiamenti, presidente nazionale Fimp, la Federazione Italiana Medici Pediatri, ha consegnato al ministro Gian Luca Galletti uno studio con analisi e proposte concrete. IL DOCUMENTO.
 


Mappare i fattori di rischio ambientale negli edifici scolastici, compresi i campi elettromagnetici. Monitorare l’ambiente con rilevatori in grado di identificare cosa può avere effetti negativi sulla salute dei più piccoli. Pianificare un programma di salvaguardia per mamma e bambino nei primi mille giorni di vita. Ecco tre delle azioni concrete che la Fimp, la Federazione Italiana Medici Pediatri, propone di attuare quanto prima: “l’intervento sui rischi per la salute dei bambini e degli adolescenti legati all’inquinamento ambientale – ha spiegato la Federazione - deve diventare una priorità sia per i pediatri che per le Istituzioni”. L’appello è stato lanciato durante il G7 sull’Ambiente che si chiude oggi a Bologna.
 
Ma le proposte non finiscono qui. La Fimp ha avanzato la necessità di promuovere e realizzazione campagne educative rivolte a bambini ed adolescenti, genitori, educatori delle scuole e società civile in genere. Ancora, di programmare e sostenere interventi adatti a favorire l’utilizzo di energie rinnovabili. Ultima proposta, ma non per importanza, quella di attuare delle iniziative adatte a favorire ed incentivare modelli di sviluppo eco-sostenibile.
 
Il documento della Fimp
Giampietro Chiamenti, presidente nazionale Fimp, ha consegnato al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti il documento “Ambiente e salute infantile: dalla consapevolezza del rischio alle strategie per limitare i danni e costruire la salute futura dei bambini italiani”, elaborato dal Gruppo Ambiente della Fimp, coordinato dalla dottoressa Graziella Sapia.

“Il Ministro – ha sottolinea Giampiero Chiamenti - ha apprezzato l’iniziativa ed affermato che terrà conto del contributo civico e scientifico di Fimp anche in considerazione del fatto che sia stato elaborato da una categoria quotidianamente impegnata nella difesa della salute dei bambini ed adolescenti, che sono il vero patrimonio del nostro futuro, ai quali è doveroso consegnare un pianeta salvaguardato dai rischi incombenti dovuti all’inquinamento ambientale e ai cambiamenti climatici di cui i modelli sociali e la stessa azione umana sono responsabili. Data la consapevolezza del rischio incombente, per affermazione del Ministro, l’Italia perseguirà con determinazione il recente accordo firmato a Parigi a difesa dell’ambiente, rinforzando l’attenzione a interventi attinenti alle problematiche in oggetto”.
 
Il documento, suffragato da voci bibliografiche, parte dalla “Convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza” approvata dall’Assemblea dell’Onu nel 1989 ratificata dall’Italia nel 1991 e sottolinea come dopo 26 anni la situazione dell’ambiente (terra, acqua ed aria) sia andata progressivamente e rapidamente peggiorando per il progressivo accumulo di fattori nocivi dovuti all’inquinamento indoor ed outdoor, a cui si sono associati i cambiamenti climatici, determinando un preoccupante aumento di patologia e degrado del Pianeta.
 
Patologie infantili e inquinamento
“Si calcola che il 25% degli adulti e il 33% dei bambini in età 0-5 anni sia affetto da patologie riconducibili a fattori ambientali e che 1 decesso su 4 nel mondo secondo dati Oms sia attribuibile al vivere o lavorare in ambienti malsani", ha spiegato Maria Grazia Sapia, referente Nazionale Fimp per l’Ambiente.
 
"Le sostanze chimiche di sintesi derivanti da attività industriali e agricole, lo smaltimento dei rifiuti, le produzioni energetiche e le radiazioni elettromagnetiche - ha continuato Sapia - sono fattori di rischio che nel loro insieme agiscono sugli adulti, quindi anche sui gameti, sul feto durante la gravidanza e sul bambino sopratutto nei primi anni di vita (come stanno ponendo all’attenzione gli studi sull’epigenetica) determinando patologie documentate a carico degli organi endocrini, apparati respiratorio e digestivo, patologie cardiovascolari, alterazioni dello sviluppo neuro-cognitivo-sensoriale e del metabolismo, basso peso alla nascita, rischio di aborto e prematurità e infine non ultimo aumento della cancerogenicità. Particolarmente importanti sono le conseguenze dei pesticidi nel settore alimentare e dei particolati/polveri sottili negli ambienti domestici, urbani e scolastici per la funzione respiratoria che possono aumentare in modo significativo e diffuso la patologia sub acuta, cronica e la cancerogenicità”.
 
La Fimp propone azioni virtuose anche ai propri associati tramite il Gruppo di lavoro Fimp per l’Ambiente. “Innanzitutto la diffusione della cultura sulla prevenzione dei rischi per la salute e per il rispetto dell’ambiente tramite un rapporto educativo sulle famiglie e su infanzia-adolescenza, incontri con la Società civile, le Amministrazioni, le scuole, i rapporti coi media e la firma di protocolli di intesa con Enti e Associazioni – ha concluso Chiamenti - poi il monitoraggio della letteratura basata su evidenze scientifiche e le ricerche epidemiologiche osservazionali e la correlazione coi fattori di rischio per inquinanti ambientali rispetto alla patologia pediatrica; infine la formazione dei professionisti della sanità, degli educatori e delle persone con responsabilità direttive o delle associazioni della Società civile e la produzione di materiale informativo ed educativo”.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA