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Mercoledì 21 GIUGNO 2017
DdL concorrenza. Federfarma scrive ai deputati delle Commissioni: “Il testo va modificato”

I titolari di farmacia sono preoccupati da alcuni dei contenuti del Ddl Concorrenza. In particolare, attraverso Marco Cossolo, neopresidente di Federfarma, chiedono la riduzione del limite del 20% del numero di farmacie che, a livello regionale, possono essere di proprietà di un unico soggetto. Il presidente di Federfamra ha messo nero su bianco tutte le richieste di modifica avanzate dalla categoria, scrivendo ai Presidenti e a tutti i Componenti della VI Commissione Finanze e X Commissione Attività produttive della Camera. LA LETTERA.
 


Il neopresidente di Federfarma, Marco Cossolo, si fa portavoce delle preoccupazioni dei titolari di farmacia espresse su Ddl Concorrenza. Lo fa attraverso una lettera che ha inviato, oggi, ai Presidenti e a tutti i Componenti della VI Commissione Finanze e X Commissione Attività produttive della Camera.

 Tali preoccupazioni, come si legge nella lettera “riguardano l’ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie. Si tratta, infatti – continua la lettera - di una novità che avrà un impatto estremamente rilevante sull’attività della farmacia, cambiandone l’impostazione di fondo da struttura di proprietà di un professionista, direttamente responsabile dal punto di vista deontologico e gestionale del proprio operato”.
 
“Il Senato – si legge ancora nella Lettera - ha introdotto un limite del 20% del numero di farmacie che, a livello regionale, possono essere di proprietà di un unico soggetto”. Un limite che Cossolo ritiene “insufficiente ad evitare la costituzione di posizioni dominanti che potrebbero avere effetti negativi sulla possibilità di scelta da parte del cittadino”.
 
Alla luce di queste considerazioni Il neopresidente di Federfarma chiede che siano “introdotte delle modifiche al testo del Ddl” invitando a “ridurre il limite percentuale del 20% delle farmacie di proprietà di un unico soggetto a livello regionale, in modo da rendere meno dirompente l’impatto delle catene commerciali sul territorio”. 
 
“Un altro elemento di garanzia, che potrebbe essere valutato – continua la Lettera - è l’inserimento dell’obbligo della presenza di una percentuale di farmacisti all’interno della compagine sociale delle società di capitale, in modo da assicurare, in analogia a quanto previsto per gli avvocati, una presenza di professionisti che possa costituire un elemento di garanzia sul fronte del rispetto della deontologia professionale e della tutela degli interessi degli utenti del servizio farmaceutico pubblico”.
 
“Va anche considerato – scrive ancora il neo Presidente - che i soci delle società di capitali, non essendo farmacisti, non saranno tenuti al pagamento del contributo soggetto all’Enpaf, l’Ente di previdenza dei farmacisti che, quindi, vedrà nettamente ridotte le proprie entrate. Appare quindi necessario anche prevedere che le società di capitali versino una quota del proprio fatturato all’Enapaf in modo da compensare i mancati introiti e consentire comunque all’Ente di erogare le pensioni ai propri assistiti”.
 
Infine, Cossolo, chiede che, qualora queste modifiche non siano possibili, “il Parlamento possa e voglia svolgere una funzione di controllo, per prevedere, se necessario, gli opportuni correttivi” anche dopo l'approvazione.

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