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Mercoledì 12 LUGLIO 2017
Vaccinazioni in farmacia. Per Federfarma Verona “fondamentale per aumentare le adesioni”

Per il presidente del sindacato dei titolari di farmacia veronesi, Marco Bacchini“si tratterebbe di un servizio pratico rivolto alla popolazione dove tutte le professionalità sanitarie coinvolte”, come i medici o gli infermieri, “opererebbero rispettando il proprio ruolo per il bene della comunità”.

“Un ampio lavoro di squadra per assicurare la più estesa copertura vaccinale”. Il presidente di Federfarma Verona, Marco Bacchini, si esprime così a favore dell’ipotesi in discussione di permettere la somministrazione dei vaccini anche in farmacia. Per Bacchini, infatti, “la farmacia è in grado di fornire la corretta tracciabilità dei farmaci, utilizzati sempre da un medico che, se decidesse di avvalersi della professionalità di un infermiere, dovrebbe comunque sovrintendere alle vaccinazioni”.

Per il presidente di Federfarma Verona, dunque, “l’emendamento D’Ambrosio Lettieri, Mandelli, Rizzotti approvato a Palazzo Madama si rende a mio avviso indispensabile anche a seguito della nuova obbligatorietà vaccinale infantile decisa dal Ministero della Salute che si preoccupa anche delle zone rurali, montane e comunque a bassa densità abitativa dove tutti i servizi e in primis quelli sanitari sono stati progressivamente ridotti fino a scomparire lasciando a presidio solo la farmacia territoriale che è diventata così un riferimento indispensabile per la popolazione”.
 
“La farmacia - prosegue Bacchini - avrebbe dunque il compito di mettere a disposizione di medici, infermieri e pazienti, spazi idonei dal punto di vista igienico-sanitario e facilmente raggiungibili dalla cittadinanza. È evidente che la somministrazione degli stessi vaccini, anche di quello antinfluenzale, avverrebbe comunque con la consueta prescrizione da parte del medico”.

“L’Italia in questo modo – conclude il presidente di Federfarma Verona - sarebbe il decimo Paese dell’Unione Europea a consentire la vaccinazione in farmacia senza arrivare, però, al caso della Gran Bretagna dove sono gli stessi farmacisti a praticare le iniezioni. Quindi si tratterebbe di un servizio pratico rivolto alla popolazione dove tutte le professionalità sanitarie coinvolte opererebbero rispettando il proprio ruolo per il bene della comunità”.

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