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Mercoledì 12 LUGLIO 2017
Omceo siciliani: elezioni sotto l’ombrellone



Gentile Direttore,
contrariamente a quanto previsto dalla direttiva ministeriale e dalla conseguente circolare Fnomceo, gli Omceo provinciali di Catania e Palermo hanno fissato le elezioni per il rinnovo dei rispettivi consigli direttivi in seconda convocazione (quella “utile” per il possibile raggiungimento del quorum pari al 10% degli aventi diritto), rispettivamente, nei giorni tra il 15 ed il 17 nonché tra il 22 ed il 24 del mese luglio 2017, ovvero in pieno periodo estivo.
 
Né sembra che i direttivi uscenti degli Omceo in questione abbiano tenuto in debito conto il fatto che stiamo vivendo una delle estati più calde degli ultimi 150 anni. In ultimo, l’Omceo provinciale di Enna ha chiamato l’assemblea elettorale in prima convocazione nei giorni compresi tra il 29 ed il 31 di luglio con ciò paventandosi anche la possibilità di un voto nel mese di agosto ovvero, situazione da ritenersi più verosimile, nella prima parte del mese di settembre.
 
In attesa di un auspicato, quanto mai opportuno pronunciamento nel merito della vicenda ad opera del Ministero della Salute e, si spera, anche della Fnomceo, già chiamata in causa in altre occasioni su questioni di interesse ordinistico senza che, ad oggi, abbia fatto sentire la sua voce (vedasi il “caso” della Fondazione degli Omceo siciliani segnalato per iscritto da alcuni giovani ordinisti siciliani e con riferimento al quale gli iscritti attendono di conoscere l’esito dell’implementazione delle modifiche statutarie annunciate dall’Omceo capofila di Palermo), mi sia consentito esprimere una valutazione di opportunità.
 
Al di là di qualsivoglia presupposta autonomia degli Omceo provinciali, discendente dalle maglie larghe che connotano le leggi istitutive degli Ordini, risalenti alla prima metà del secolo scorso (D.Lgs.C.P.S. 13 Settembre 1946, n. 233; D.P.R. 5 aprile 1950, n. 221), la volontà manifesta degli Omceo in parola di “giocare d’anticipo” appare quantomeno irrispettosa nei confronti dei propri iscritti.
 
Certamente, trattasi di una iniziativa poco attenta ad assicurare una gestione partecipativa di quella che dovrebbe essere la “casa” di tutti i medici ed odontoiatri del territorio di riferimento.
 
Tale iniziativa, per di più, appare poco avveduta se si fa riferimento all’Omceo provinciale di Palermo, laddove, non essendo stato ancora sottoposto all’approvazione dell’assemblea degli iscritti il Bilancio consuntivo relativo all’esercizio finanziario 2016 (andando, dunque, ben oltre la scadenza ordinaria dell’aprile del successivo anno 2017, in assenza peraltro di un pronunciamento formale e motivato a giustificazione di tale ritardo), ingenera la situazione paradossale che potrà vedere i consiglieri uscenti, Presidente in testa (quest’ultimo prossimo a riproporsi per l’ottava volta, se non erro, per ricoprire tale ruolo), ripresentare la propria candidatura senza essersi preventivamente sottoposti al giudizio degli iscritti nel merito della gestione delle economie in Bilancio.
 
Che, come è noto, derivano dalle tasse di iscrizione obbligatoriamente versate dagli iscritti (per inciso, nel caso dell’Omceo di Palermo si abbia come riferimento un Bilancio previsionale pari a circa 3,5 milioni di euro per il corrente anno 2017, ivi inclusi gli ingenti fondi pubblici destinati all’Omceo di Palermo per l’organizzazione, l’attuazione e la gestione delle attività formative del corso regionale di formazione specifica di medicina generale a seguito della stipula di una convenzione con l’Assessorato Regionale della Salute).
 
Inoltre, desta forti perplessità l’aver voluto “forzare” i tempi del rinnovo dei consigli direttivi  giusto in un frangente in cui è all’attenzione del Legislatore una ipotesi di riforma degli ordini professionali della sanità, ormai di lunga gestazione, che si prefigge di risolvere alcune criticità che hanno contribuito, negli anni, ad intaccare la capacità degli stessi a farsi interpreti delle istanze degli iscritti e, tra queste, l’assenza di limitazione alcuna sia nella durata del mandato ordinistico, tanto per i presidenti che per gli altri ruoli consiliari, sia nel cumulo di cariche politiche, sindacali o di altra tipologia di rappresentanza.
 
Considerazioni a parte, poi, meriterebbero sia gli attuali compiti e le funzioni attribuiti agli Omceo, tarati su esigenze risalenti al periodo post bellico, sia il persistere dell’assetto organizzativo provinciale, già superato da altri ordini professionali, che si articolano su base regionale. Per non parlare, in ultimo, dell’attribuzione del ruolo di componenti il collegio dei revisori dei conti degli Omceo a medici, e non ad esperti contabili, per di più identificati su base elettiva.
 
Già in precedenti occasioni e su altre vicende, chi scrive ha paventato il pericolo di una progressiva perdita di credibilità dell’istituzione ordinistica agli occhi dei propri iscritti. Non si vuole fare una generalizzazione indiscriminata, laddove insistono numerosi Omceo che incarnano in maniera onorevole la propria mission, al netto delle richiamate normative obsolete che ne disciplinano finalità e compiti.
 
Certamente, il rischio è che l’operato di alcune oligarchie professionali autoreferenziali, in assenza dell’esercizio da parte della Fnomceo di un reale ruolo di indirizzo, nonché di una ormai inderogabile riforma degli ordini dei professionisti della sanità, possa avere delle ricadute negative sull’immagine di tutti gli Omceo provinciali e dell’istituzione ordinistica tutta.
 
Walter Mazzucco
Iscritto all’Omceo di Palermo

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