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Giovedì 15 SETTEMBRE 2011
Si riduce la mortalità infantile, ma gli Obiettivi del millennio sono lontani

È calata di circa un terzo rispetto al 1990 passando da 88 decessi per 1.000 bambini nati vivi a 57. I migliori risultati si sono registrati proprio nei Paesi in cui i tassi di mortalità erano più elevati.

Il numero di bambini al di sotto dei 5 anni che muoiono ogni anno nel mondo è calato dai 12 milioni del 1990 ai 7,6 del 2010, vale a dire da 88 decessi per 1.000 bambini nati vivi a 57. Nonostante i progressi registrati, sembra dunque ormai irraggiungibile l’Obiettivo del millennio numero 4: cioè ridurre di due terzi entro il 2015 la mortalità infantile rispetto a quella registrata nel 1990.
A darne notizia questa mattina l’Unicef e l’Organizzazione mondiale della sanità che in un comunicato congiunto hanno anticipato l’ultimo rapporto sulla mortalità infantile.
Secondo i dati raccolti dalle due organizzazioni sembra che finalmente gli interventi sanitari stiano andando a incidere proprio laddove è più grave l’emergenza della mortalità infantile: nell’Africa sub-Sahariana. La riduzione della mortalità infatti progredisce a tassi doppi rispetto al decennio 1990-2000 (dall‘1,2% al 2,4% l’anno). “La notizia che i tassi di mortalità infantile nell’Africa sub-Sahariana stanno scendendo a una velocità doppia rispetto a dieci anni fa mostra che stiamo facendo progressi anche nei luoghi più poveri, ma non possiamo dimenticare il fatto agghiacciante che circa 21 mila bambini muoiono ogni giorno per cause prevenibili”, ha commentato il direttore esecutivo dell’Unicef Anthony Lake. “Concentrare i nostri interventi sulle comunità più disagiate ci consentirebbe di salvare più bambini, farlo più velocemente e in maniera costo-efficace”.
“La riduzione della mortalità infantile è connessa a diversi fattori, in particolare all’accesso a servizi sanitari nel periodo perinatale. Ma anche alla prevenzione e il trattamento delle malattie dell’infanzia, al miglioramento dell’alimentazione, alla copertura vaccinale alla disponibilità di acqua potabile”, ha spiegato il direttore generale dell’Oms Margaret Chan. “Questi risultati sono la prova che i soldi investiti nella salute dei bambini sono ben spesi”. 

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