quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 16 SETTEMBRE 2011
Lombardia. Solo la Fimmg firma l’accordo regionale per la medicina generale

Lo scorso 13 settembre è stata siglata la preintesa sull’accordo regionale per la medicina generale 2011-2012 con la direzione generale sanità della Regione. Ma l’intesa è stata sottoscritta solo dalla Fimmg mentre le altre sigle Smi, Umi, Intesa sindacale (Cisl Medici, Fp Cgil Medici, Simet e Sumai) e Snami bocciano la preintesa e chiedono la riapertura del tavolo.

Si spacca il fronte sindacale dei Mmg lombardi sull’accordo regionale della medicina generale. Solo la Fimmg lombarda ha infatti firmato la preintesa.
Per la Fimmg l’accordo “è stato il risultato di un pesante lavoro iniziato alla fine di luglio e continuato ininterrottamente durante il periodi delle ferie estive, abbiamo incontrato centinaia dei nostri colleghi in numerose assemblee in tutte le province lombarde, da Pavia a Sondrio, da Varese a Bergamo, colleghi preoccupati per la manovra finanziaria nazionale e per i tagli sulle risorse aggiuntive regionali”.

“Con l’accordo siglato – si legge nella nota della Fimmg Lombardia -  è stato riportato a 1 a 1300 il rapporto: questo rappresenta un risultato importante soprattutto per i colleghi con un basso numero di pazienti che avranno la certezza di raggiungere nel medio periodo almeno 1200 scelte. C'è stato il riconoscimento delle nuove associazioni di rete e di gruppo e quello del finanziamento per i collaboratori di studio e infermieri per tutti i medici in possesso di tali requisiti al 31 dicembre 2010, con arretrati a partire dal 1 gennaio 2011, anche se scompare la quota di associazionismo semplice. Sono mantenute per intero (4,7 euro) le quote di remunerazione dell’associazionismo in rete, che erano a rischio. Le attività previste a livello di Asl in riferimento alle quote di governo clinico dovranno essere orientate alla promozione di programmi di prevenzione e ad attività di gestione delle patologie croniche. Le spese sostenute per le attività informatiche, oltre ai 77 euro mensili previsti dalla convenzione nazionale, saranno finanziate con una quota di 1,25 euro per ogni paziente iscritto nei propri elenchi, per i medici che trasmetteranno con il servizio informativo regionale almeno l’85% delle prescrizioni. Sono mantenuti tutti i fondi regionali (per un totale complessivo di 12,800 milioni di euro) per le attività aggiuntive volte ad ampliare l’orario di studio, del collaboratore e dell’infermiere e il sabato mattina. I colleghi di guardia medica potranno continuare ad effettuare turni di 12 ore anche se convenzionati per la medicina di famiglia fino a 1200 scelte. Apertura nei confronti dei giovani colleghi del triennio cui sarà data la possibilità, entro certi limiti, di fare continuità assistenziale e sostituire medici di famiglia”.
 
Il fronte del no. Smi, Umi, Intesa sindacale (Cisl Medici, Fp Cgil Medici, Simet e Sumai), Snami non firmeranno l’Accordo integrativo regionale 2011-2012 proposto dalla Regione e siglato solo dalla Fimmg, e chiedono la riapertura del tavolo di trattativa sindacale.
L’Accordo integrativo regionale 2011-2012 proposto dalla Regione Lombardia secondo le sigle è da “bocciare, perché penalizza su tutti i fronti i medici di medicina generale, ed è peggiorativo a fronte di ulteriori impegni. Per questo le sigle Smi, Umi, Intesa sindacale (Cisl Medici, Fp Cgil Medici, Simet  e Sumai), Snami non lo firmeranno”.
È lungo l’elenco delle motivazioni sottolineate dalle sigle. Vengono cancellate le forme associative semplici, anche quelle già costituite, e il relativo riconoscimento economico, creando un precedente inquietante: la Regione decide in maniera autonoma di cancellare norme contenute nell’Acn. Non vengono riconosciute le quote previste, per tutti i Mmg, dal comma 2 dell’articolo 6 dell’Acn. Viene pesantemente disincentivato l’utilizzo del Sistema informatico regionale sia negli aspetti economici che nella prospettiva, dai medici sempre auspicata, ma mai realizzata, di obiettivi di integrazione anche operativa dei percorsi assistenziali. E ancora, permangono nodi irrisolti per la Continuità assistenziale come la stabilizzazione dei precari a contratto determinato, il mancato rispetto dell’articolo 71 dell’Acn sulla organizzazione della reperibilità, il mancato rispetto dell’articolo 64 dell’Acn sul rapporto ottimale. Non viene poi  affrontato il problema della eccessiva burocratizzazione che svilisce e attanaglia l’attività clinica dei Mmg. Non vengono poste le basi per una effettiva integrazione tra le figure professionali operanti sul territorio. Viene definito un rapporto ottimale che limiterà l’accesso di nuovi medici nell’area convenzionata.
“Una ritrovata unità sindacale – hanno sottolineato i sindacati – è il segnale politico più importante che dovrà far riflettere sia la parte pubblica che l’unico sindacato firmatario, peraltro minoritario in Lombardia, di questo accordo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA