quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 02 AGOSTO 2017
Complicanze in gravidanza: le linee guida clinico-organizzative per prevenire i cinque casi principali

In tutto 36 quesiti e 103 raccomandazioni per la prevenzione delle complicanze in gravidanza, pubblicate da Agenas e messe a punto dal “Tavolo Complicanze”, di cui fanno parte oltre 20 tra Società scientifiche e strutture specializzate di aziende ospedaliere, coordinato sempre da Agenas sulla base della frequenza di cause di morte materna fornite dal Sistema di sorveglianza dell’ISS-Regioni. LE LINEE DI INDIRIZZO.

Otto quesiti relativi all’emorragia post partum con 34 raccomandazioni correlate, due quesiti relativi alla sepsi con 4 raccomandazioni, nove quesiti per l’ipertensione con 24 raccomandazioni, tre quesiti relativi all’influenza con 15 raccomandazioni e quattordici quesiti relativi all’obesità con 26 raccomandazioni.
 
In tutto quindi 36 quesiti e 103 raccomandazioni per la prevenzione delle complicanze in gravidanza, contenuti nelle “Linee di indirizzo clinico-organizzative per la prevenzione delle complicanze in gravidanza”, pubblicate da Agenas e messe a punto dal “Tavolo Complicanze”, di cui fanno parte oltre 20 tra Società scientifiche e strutture specializzate di aziende ospedaliere, coordinato sempre da Agenas sulla base della frequenza di cause di morte materna fornite dal Sistema di sorveglianza dell’ISS-Regioni (ItOSS). Le linee guida analizzano cinque patologie: Emorragia Post Partum, Sepsi, Ipertensione, Influenza e Obesità.
Il documento è costruito sulla base di singoli quesiti, a cui vengono fornite risposte attraverso le raccomandazioni, focalizzati sugli aspetti ritenuti più vulnerabili riguardo la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori sanitari.
 
Il contenuto delle Linee di Indirizzo è rappresentato da tabelle di sintesi facilmente consultabili  nella pratica clinica e organizzativa che analizzano le possibili criticità nelle fasi della gravidanza, del parto e post partum e in alcuni casi anche preconcezionale.
A ogni quesito corrispondono risposte sotto forma di raccomandazioni che fanno esclusivo riferimento a linee guida nazionali e internazionali emanate da istituzioni pubbliche e comunque ad evidenze scientifiche fortemente consolidate.
 
Ad esempio per l’emorragia posta partum come identificare le donne a rischio durante il travaglio e il parto? Un precedente taglio cesareo può rappresentare un fattore di rischio, in tal caso si raccomanda (che cosa fare) la necessità di un’ecografia per valutare la sede di impianto del sacco gestazionale come previsto dalla linea guida SIEOG, 2015 da effettuarsi (quando) in occasione dell’ecografia ostetrica del primo trimestre (Dove) in Ambulatorio, Consultori familiari, Pronto soccorso. Come comunicarlo? Attraverso un referto scritto in cui siano accuratamente descritti la localizzazione dell'impianto del sacco gestazionale, i rilievi sospetti o patologici, che devono costituire un motivo di approfondimento diagnostico (dei quali è opportuno allegare la documentazione fotografica) ed eventuali indicazioni per controlli successivi o esami di approfondimento. E ancora, informando la donna di quanto rilevato e riportato nel referto scritto, nonché in caso di diagnosi di scar pregnancy offrire un counseling alla donna per informarla dei rischi legati alla prosecuzione della gravidanza.
 

 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA