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Mercoledì 13 SETTEMBRE 2017
Emilia Romagna. Stipendi d’oro grazie all’intramoenia? M5S chiede introduzione di un tetto

La richiesta è contenuta in una interrogazione che i consiglieri Gibertoni, Sassi e Sensoli hanno presentato alla Giunta, anche alla luce di “notizie di stampa ricorrenti ogni anno” (l’ultimo servizio pochi giorni fa su Repubblica). Il tetto ai compensi annui massimi che i medici ospedalieri possono percepire dall’attività intramoenia garantirebbe, per i 5 Stelle, “un equilibrato rapporto fra questa attività e quella istituzionale”. L'Interrogazione

I compensi annuali dei medici ospedalieri dell’Emilia Romagna nel mirino del Movimento Cinque Stelle. I consiglieri regionali Giulia Gibertoni, Gian Luca Sassi e Raffaella Sensoli hanno infatti presentato un’interrogazione alla Giunta per avere spiegazioni sugli stipendi che i medici ospedalieri integrano con l’attività in libera professione, cioè l’attività che il personale svolge al di fuori dell’orario di lavoro in regime ambulatoriale.

“E’ ammesso -spiegano i consiglieri M5s- che il medico ospedaliero possa esercitare questa attività anche al di fuori della struttura di appartenenza, purché sia esercitata extra orario di lavoro, non sia incompatibile e non crei conflitti di interesse con l’ente di appartenenza, non sia esercitata in strutture private e non sia stata scelta l’esclusività di rapporto con la struttura”.

Dunque, insistono i consiglieri, “per assicurare l’equilibrato rapporto fra l’attività istituzionale e quella libero-professionale, l’esercizio di quest’ultima non dovrebbe comportare per nessun professionista volume di prestazioni, cioè un volume di ore superiore a quello assicurato per i compiti istituzionali e la regolamentazione aziendale dovrebbe prevedere una precisa individuazione delle sedi e degli orari in cui viene svolta la libera professione”.

Ma citano, gli esponenti M5s, “notizie di stampa ricorrenti ogni danno” da cui emergono “compensi di numerosi professionisti che rivestono ruoli di vertice, che si quadruplicano fino ad arrivare a compensi che in alcuni casi si avvicinano ad un milione di euro annui”.

Per questo, i consiglieri interrogano la Giunta, chiedendo “se è a conoscenza del fenomeno degli alti compensi annui di alcuni noti medici ospedalieri e se non ritenga opportuno invitare l’Ausl a stabilire un tetto massimo di compenso annuo per i medici ospedalieri per l’attività di regime libero professionale perché possa esistere un equilibrato rapporto fra questa attività e quella istituzionale, in modo che non comporti un volume di prestazioni sia di orario che di compenso superiore a quello assicurato per i compiti istituzionali”.

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