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Venerdì 22 SETTEMBRE 2017
Formazione medica. Anaao boccia il documento delle Regioni. “Idee vecchie, non riconoscono le figure professionali e danneggiano il Ssn”

“Lanciare oggi l’allarme sul deficit di medici specialisti e di medici di medicina generale significa ammettere il colpevole silenzio con il quale le Regioni hanno seppellito i numeri disponibili già da 7 anni", commenta il sindacato che sollecita un confronto tra Governo e Regioni a cui però siano chiamate anche le rappresentanze del mondo professionale e sindacale dei medici che "non possono essere escluse".

L’Anaao boccia il documento della Commissione salute delle Regioni, approvato dai presidenti  e presentato ieri ai ministri della Salute e dell’Università: sa di già visto, o meglio, già bocciato.

Idee vecchie, senza nemmeno un vestito nuovo,  che si rianimano a distanza di 2 anni dal letargo in cui è stato lasciato il tavolo aperto presso il ministero della Salute, dopo l’incontro con le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria e dei medici convenzionati con il Governo, sull’articolo 22 del Patto per la salute, è il giudizio secco del sindacato.

“Lanciare oggi l’allarme sul deficit di medici specialisti e di medici di medicina generale – si legge nel commento dell’Anaao al documento regionale - significa ammettere il colpevole silenzio con il quale le Regioni hanno seppellito i numeri disponibili già da 7 anni. E nessun intervento oggi può essere “tempestivo”, tanto meno la riedizione del tank shifting con il quale si mira a sostituire dirigenti medici formati con laureati di cui è incerto lo stato giuridico e la job description, ma certo è il costo pari a quello di un infermiere. Personale di supporto da tenere parcheggiato ad invarianza di organico fino a svuotare la dirigenza medica e dilapidare il vantaggio competitivo nei confronti delle altre professioni sanitarie rappresentato dal suo capitale formativo”.

Secondo il sindacato degli ospedalieri, pur di “non disturbare l’Università, le Regioni rinunciano a percorrere l’unica via risolutiva che ci indica l’Europa, cioè assumere a tempo determinato i medici laureati a scopo formativo, non suscettibili quindi di essere sostitutivi di alcun pezzo della dotazione organica assistenziale”.

Continuare su questa strada – aggiunge l’Anaao - significa voler fare del male al Ssn e non riconoscere che le figure professionali sono caratterizzate da irripetibilità delle loro conoscenze e competenze. Pensare di sostituire ad isorisorse, anzi spendendo meno, un medico formato da anni di studio con un neo-laureato, in una versione sanitaria del grillino "uno vale uno", è pura illusione. Una scelta sconsiderata che prepara la Ryan air della sanità italiana, una fuga dei professionisti verso il privato alla ricerca di migliori condizioni di lavoro. A tirare troppo la corda si finisce con spezzarla”.

Il sindacato quindi sollecita un confronto urgente tra Governo e Regioni che chiedono “finalmente” un ruolo da protagonista nella programmazione e nella formazione medica per valorizzare il ruolo formativo del Ssn, ma non senza passare però, aggiunge dalle rappresentanze del mondo professionale e sindacale dei medici italiani che non possono e non devono essere escluse.

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