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Venerdì 22 SETTEMBRE 2017
Mal di schiena. Microfratture potrebbero essere responsabili

Negli uomini anziani il dolore potrebbe essere dovuto a lesioni non diagnosticate. Uno studio sul Journal of Bone and Mineral Research

(Reuters Health) – Circa tre anziani su cinque con microfratture a livello della colonna vertebrale dovute a osteoporosi avvertirebbero mal di schiena o un peggioramento nel dolore avvertito, ma solo un quarto delle nuove fratture sarebbe diagnosticato. A evidenziarlo è stato uno studio pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Research. Così, la prevenzione di queste fratture potrebbe diminuire il mal di schiena, dunque, secondo gli autori guidati da Howard Fink del Veterans Affairs Health Center di Minneapolis, le fratture potrebbero essere la causa di molti mal di schiena per i quali non vi sarebbe, almeno apparentemente, una spiegazione.

Lo studio
Le lesioni a livello vertebrale sono un problema comune tra gli anziani con osteoporosi. Tuttavia, questo studio è il primo a focalizzarsi sugli uomini piuttosto che sulle donne. I ricercatori americani hanno esaminato dati provenienti da circa 4.400 uomini di età superiore ai 65 anni arruolati nello studio Osteoporotic Fractures in Men, condotto tra il 2000 e il 2002. Ogni partecipante doveva compilare un questionario sul mal di schiena, sia all'inizio dello studio che dopo circa quattro anni e mezzo. Inoltre, ogni persona doveva sottoporsi a raggi X della parte centrale e inferiore della schiena, sempre in due momenti.

I risultati
In totale, 28 uomini sono stati diagnosticati con fratture vertebrali durante il follow-up. Ma le radiografie fatte alla fine del periodo di controllo avrebbero mostrato che altri 169 uomini avevano nuove fratture, che non erano state diagnosticate. Il 70% degli uomini con fratture non diagnosticate avrebbe riportato mal di schiena rispetto al 59% di uomini senza danni. Mentre circa il 93% degli uomini ai quali le fratture erano state diagnosticate nel corso dello studio avevano riportato anche dolore.

L’identikit del paziente “a rischio”
“Il mal di schiena è il più importante sintomo di frattura vertebrale”, spiega Fink. E potrebbe anche essere importante evidenziare che le persone con fratture non rilevate erano generalmente più anziane, avevano un peggiore stato di salute e avevano avuto una storia di fratture vertebrali in passato. “Questi risultati sono simili a quelli ottenuti sulle donne, anche se ci sarebbe una prevalenza inferiore tra gli uomini – afferma Aaron Buckland, dello Spine Center della Langone University di New York – che hanno infatti una prevalenza inferiore di osteoporosi”.

Cosa fare
Per aiutare a combattere la fragilità ossea, sarebbe opportuno seguire “una dieta ricca di calcio e vitamina D ed esporsi nei limiti alla luce del sole, così come svolgere esercizio fisico regolarmente”, sottolinea l'esperto. Inoltre, ci sarebbero delle condizioni mediche particolari da gestire, come disfunzioni endocrine a livello di tiroide, surrene o ipofisi, per prevenire l'osteoporosi secondaria. Anche se il primo sintomo di una frattura vertebrale è il mal di schiena, non è detto che tutti i dolori alla schiena siano dovuti a questo. La maggior parte dei mal di schiena, infatti, è di natura muscolare e dura meno di sei settimane e normalmente risponde bene a farmaci antiinfiammatori. “Se si percepisce un dolore persistente alla schiena per più di sei settimane o associato a debolezza, intorpidimento, disturbi a vescica o intestino, allora si dovrebbe approfondire a livello medico”, conclude Buckland.

Fonte: Journal of Bone and Mineral Research

Shereen Lehman

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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