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Martedì 26 SETTEMBRE 2017
Il farmacista oncologo. In Emilia Romagna decolla il progetto pilota a livello europeo

L’obiettivo è offrire ai cittadini un nuovo punto di riferimento per ricevere assistenza e consigli sulla base di competenze specifiche che il farmacista acquisisce e che vengono certificate dal Cepas sulla base di uno schema molto stringente e preciso. Mandelli (Fofi): “Un perfetto esempio di che cosa debba intendersi per evoluzione del ruolo del farmacista e per partecipazione al processo di cura”.

Fragilità sociale. I pazienti oncologici e le loro famiglie rappresentano forse uno degli esempi maggiormente evidenti di una società in cui, anche la tendenza a rendere più limitati possibile, i periodi di ospedalizzazione, dei malati oncologici, rischia di accentuare la solitudine e i problemi irrisolti e irrisolvibili.

E’ in questa ottica che si colloca l’iniziativa, innovativa a livello europeo, dalle farmacie dell’Emilia Romagna che sulla base di un progetto internazionale della Presidenza del Consiglio e di un bando ministeriale hanno avviato e, in parte, già concretizzato, il primo progetto di certificazione delle loro competenze oncologiche.

Si pongono cioè, per la prima volta, nella posizione di un vero e proprio presidio di assistenza e consiglio, con competenze per gestire e soddisfare esigenze e interrogativi dei pazienti oncologici.  E lo fanno sotto uno schema molto stringente e preciso di certificazione delle competenze che vede impegnata direttamente Cepas, la società di Bureau Veritas che è numero uno nella certificazione delle professionalità.

Alla vigilia di un convegno proprio sul tema sulle fragilità sociali organizzato da Rete Sociale, che si svolgerà in Senato, con la partecipazione anche dell’amministratore delegato di Cepas, Massimo Dutto, il progetto F.A.C.T.O - Farmacie Assistenza e Consulenza per le Terapie Oncologiche – ha già ricevuto il patrocinio di Federfarma per la Scuola di Alta Formazione organizzata da EDRA.

“Obiettivo generale del progetto – sottolinea la project leader Elena Penazzi – è quello di accrescere e specializzare la competenza del farmacista nel supporto al paziente oncologico; paziente che sempre più frequentemente interagisce con la propria farmacia di riferimento e che ha bisogno di risposte su alimenti, altri farmaci, prodotti di igiene e cosmesi che non siano dannosi per lui o in conflittualità con le cure cui si sta sottoponendo”.

Questo progetto segna idealmente la riconquista anche pubblica da parte di farmacie e farmacisti del ruolo professionale “che è anche consulenziale a favore del paziente e che non può essere surrogato da altri soggetti di puro mercato proprio perché richiede una formazione specifica”.

“Questo progetto è un perfetto esempio di che cosa debba intendersi per evoluzione del ruolo del farmacista e per partecipazione al processo di cura” afferma il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacist Italiani, Senatore Andrea Mandelli. “Oggi dalla malattia tumorale, fortunatamente, si guarisce in un numero sempre maggiore di casi, ma il paziente deve trovare sul territorio un supporto adeguato anche per gli aspetti complementari della terapia, nel segno della personalizzazione delle cure e dell’integrazione tra i professionisti della salute che lo assistono”.

Parte integrante del progetto, che prevede la certificazione Cepas, è un protocollo formativo che consente agli operatori farmaceutici di essere pronti a rispondere alla domanda dei pazienti oncologici su argomenti determinanti per la loro esistenza; dalle caratteristiche dei farmaci oncologici, agli integratori nutrizionali; dall’assistenza di tipo psicologico, ai prodotti di cosmetica ed estetica con un attenzione particolare all’interazione fra farmaci e prodotti.

Il progetto che – come detto – è pilota a livello europeo, si propone, ed è questo il principale obiettivo, come un supporto costante, ad alta professionalità ma anche ad alta umanità, per i pazienti oncologici.

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