quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 02 OTTOBRE 2017
Nobel Medicina va ai tre scienziati Usa che scoprirono come funziona il nostro “orologio interno”

Si tratta dei meccanismi che controllano il ritmo circadiano. E, grazie a quegli studi, si stanno oggi esplorando nuovi approcci a nuovi trattamenti basati sui ritmi circadiani, che consentono di individuare i momenti migliori della giornata per assumere determinate terapie, mentre ci si concentra anche di più sull'importanza di modelli di sonno 'sani'.

(Reuters Health)- Agli scienziati americani Jeffrey Hall, Michael Rosbash e Michael Young, che hanno scoperto il meccanismi che controllano il ritmo circadiano - ovvero del nostro 'orologio interno' - va il Nobel per la Medicina 2017. Grazie al loro lavoro, infatti, si è riusciti a spiegare come le persone vivono il jet leg, quando il loro orologio biologico va 'fuori fase'.
 
Il meccanismo ha anche ripercussioni più ampie in diversi disturbi, che vanno dall'insonnia alla depressione alle malattie cardiache. La cronobiologia, ovvero lo studio del ritmo circadiano, è un campo di ricerca sempre più importante, grazie al lavoro pionieristico dei tre scienziati, che hanno evidenziato per primi il ruolo di specifici geni coinvolti nel mantenere gli organismi nel passaggio dalla luce all'oscurità.
 
Grazie a questi studi, i ricercatori stanno oggi esplorando nuovi approcci a nuovi trattamenti basati sui ritmi circadiani,  che consentono di individuare i momenti migliori della giornata per assumere determinate terapie, mentre ci si concentra anche di più sull'importanza di modelli di sonno 'sani'.
 
L'ipotesi dell'esistenza di geni che regolano un 'orologio biologico' era stata già avanzata già negli anni Sessanta e Settanta.
 
A metà degli anni ottanta, poi, i tre scienziati che hanno vinto il Nobel hanno cominciato gli studi sul moscerino della frutta e sono riusciti ad isolare il gene che controlla il ritmo circadiano, dimostrando che questo codifica una proteina che si accumula nella cellula durante la notte e si degrada di giorno.
 
Fonte: Reuters Health News

© RIPRODUZIONE RISERVATA