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Venerdì 06 OTTOBRE 2017
Alcol. “Bevi responsabilmente”  trae spesso in inganno

Una ricerca australiana ha fatto luce sull’efficacia dei claims che invitano le persone a bere con moderazione. La maggior parte degli intervistati confonde i concetti di responsabilità e correttezza con indicazioni a bere in modo “cool”. Strategia di marketing o profonda confusione?

(Reuters Health) – “Bevi in modo responsabile” o “bevi  correttamente”: messaggi che dovrebbero scoraggiare le persone a consumare alcoolici.  Invece, secondo uno studio coordinato da Sandra Jones,  dell’Australian Catholic University di Melbourne, i claims utilizzati dall’industria dell’alcool sarebbero fuorvianti e molte persone darebbero un significato diverso a questi messaggi. I risultati sono stati pubblicati da PLoS One.

Lo studio
Per valutare in che modo il pubblico percepisce i messaggi sul bere, il team australiano ha condotto un’indagine coinvolgendo 180 persone fermate in Centri Commerciali di Melbourne e Newcastle alle quali sono  stati mostrati sei messaggi: “Bevi intelligente”, “Sappi quando dire basta”, “Non ti perderai un attimo se bevi in modo saggio”, “Bere: fallo in modo responsabile”, “I  bambini assorbono il tuo alcool” e “I bambini e l’alcool non si mescolano”. I  ricercatori hanno chiesto a ciascun partecipante cosa trasmetteva ogni  dichiarazione e cosa significassero determinate parole come “responsabile” e “ bambini”.

Le persone avrebbero dato una varietà di risposte con significati più diversi, associando spesso i messaggi  con moderazione,  consapevolezza dei limiti ed evitare di ubriacarsi. Ma il messaggio “come bere in modo  corretto” avrebbe portato in confusione, con il 24% dei partecipanti che ha pensato  che significava “essere belli quando si beve”. Un altro 21% avrebbe invece pensato che la frase significava “bere il giusto tipo di alcool” e l’8% avrebbe pensato che voleva  dire di bere di più piuttosto che di meno.

Le riflessioni
“Quello che ci ha sorpresi di più è che la maggior parte delle persone ha confuso i  messaggi”, hanno sottolineato i ricercatori. Inoltre, i claims mirati ai genitori  rispetto ai ‘bambini’ erano vaghi sull’età. In Australia, l’età legale per bere è di 18 anni, ma solo la metà degli intervistati avrebbe pensato che i messaggi includessero  anche i ragazzi di 16 e 17 anni.

I ricercatori hanno anche condotto un’indagine online su 480 adulti ai quali mostravano annunci video, ottenendo risultati simili al primo esperimento. E i partecipanti avrebbero anche dichiarato che l’annuncio non avrebbe probabilmente cambiato le loro abitudini.

“Siamo sempre più consapevoli dei danni connessi al consumo di alcool e dobbiamo comunicarli e capire come ridurli”, ha dichiarato Sandra Jones. “L’industria degli alcoolici sta cercando di seguire la strategia di  quella del tabacco, ovvero confondere le persone con messaggi che sembrano consigliare la cosa giusta”. “Ricerche future dovrebbero  essere fatte per esaminare  quali messaggi funzionano e per incoraggiare il governo a condurre campagne chiare”, ha spiegato Peter Miller dell’Università Deakin a Geelong, in Australia, che non era coinvolto nello studio.

Fonte: PLoS One

Carolyn Crist

(Versione italiana per  Quotidiano Sanità/Nutri e  Previeni)

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