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Giovedì 12 OTTOBRE 2017
Diabete e giovani. Meglio le pompe di insulina per controllare la glicemia

Secondo uno studio condotto in Germania, i dispositivi per microinfusione migliorerebbero il controllo dei livelli di glucosio nei giovani diabetici, evitando l'insorgenza di complicanze dovute a livelli troppo alti o troppo bassi di zuccheri nel sangue

(Reuters Health) – I bambini e gli adolescenti che soffrono di diabete di tipo 1 e che utilizzano le pompe di  insulina avrebbero un controllo migliore dei livelli di glucosio nel sangue, e dunque meno complicanze rispetto a coloro che si iniettano l’ormone. È quanto emerge da una ricerca guidata da Beate Karges, della RWTH Aachen University, in Germania. I risultati sono stati pubblicati da JAMA.

Lo studio
I ricercatori hanno esaminato i dati su 14.460 pazienti con diabete, di età inferiore ai 20 anni, che utilizzavano  pompe di insulina e altri 16.460 che invece si iniettavano l’ormone, per almeno un anno. Complessivamente, l’ipoglicemia sarebbe stata registrata a un tasso annuo di 9,55 ogni 100 bambini  quando questi erano in trattamento con le pompe, contro quasi 14 ogni 100 quando l’insulina veniva  iniettata. La frequenza di chetoacidosi, una delle complicanze del diabete dovuta ad alti livelli di glucosio nel sangue, sarebbero stata registrati più di frequente in 3,64 pazienti ogni 100 trattati l’anno con le pompe di insulina, contro 4,26 ogni 100 l’anno quando trattati con le iniezioni.

Inoltre, l’emoglobina glicata è stata dell’8,04% nei bambini che usavano le pompe e dell’8,22%  in coloro che si iniettavano insulina. Lo studio, comunque, non era un trial per dimostrare che le pompe di insulina sono più efficaci delle iniezioni. Inoltre, un’altra limitazione è dovuta al fatto che i ricercatori non avevano dati sul tipo di formazione che bambini e genitori ricevevano su come usare l’insulina. Generalmente, infatti, i pazienti vengono istruiti di più quando devono usare le pompe, piuttosto che le iniezioni. Per questo il dato potrebbe essere dovuto a  lacune nella formazione quando si fanno le iniezioni.

Fonte: JAMA

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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