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Venerdì 13 OTTOBRE 2017
Legge Gelli. Sulla rappresentatività delle associazioni infermieristiche per definire le linee guida sarà garante la Federazione Ipasvi

Il ministero della Salute rispondendo alla presidente della Federazione degli infermieri che a suo tempo aveva fatto presente al dicastero l’impossibilità per gli infermieri di raggiungere la rappresentatività del 30% indicata nel decreto del ministero del 2 agosto, ha chiarito che la Federazione dovrà farsi garante in prima applicazione delle associazioni in base a un criterio di suddivisione per aree di competenze. LA LETTERA.

Sarà la Federazione Ipasvi a identificare quale associazioni infermieristiche sono rappresentative per poter contribuire all’elaborazione delle linee guida previste dalla legge Gelli, quelle cioè alle quali i professionisti dovranno attenersi per non essere accusati di colpa grave.

Lo ha chiarito il ministero della Salute rispondendo alla presidente della Federazione degli infermieri, Barbara Mangiacavalli, che a suo tempo aveva fatto presente al dicastero l’impossibilità per gli infermieri di raggiungere la rappresentatività del 30% indicata nel decreto del ministero del 2 agosto: su 450mila iscritti il 30% è un numero difficile da ottenere.

E la Federazione dovrà farsi garante in prima applicazione delle associazioni in base a un criterio di suddivisione per aree di competenze:  area cure primarie -  servizi territoriali/ distrettuali; area intensiva e dell'emergenza urgenza; area medica;area chirurgica; area neonatologica e pediatrica; area salute mentale e dipendenze.

Il ministero, rispondendo alla presidente Ipasvi che ha posto una serie di quesiti articolati nel merito e obiezioni sull’applicazione della norma, ha chiarito in una lettera ufficiale che essendo, appunto,  gli infermieri 450mila appare giustamente difficile poter acquisire la rappresentatività del 30%; i requisiti previsti dal decreto della Salute del 2 agosto sottraggono così alle società scientifiche e alle associazioni tecnico scientifiche della professione infermieristica la possibilità di concorrere alla predisposizione delle linee guida.

Lo stesso ministero nella lettera sottolinea che la ratio della legge è quella di consentire I ‘elaborazione di linee guida a tutte le attività degli esercenti le professioni sanitarie e , quindi: “… può ritenersi che, ove in una determinata ‘disciplina’ o ‘specializzazione’, ‘area’ o ‘settore’ di esercizio professionale, non sussista alcuna società scientifica o associazione tecnico-scientifica che possieda una rappresentatività pari al 30%,  potranno  comunque  essere  valutate  ai fini dell'iscrizione nell'elenco le società scientifiche o associazioni  tecnico-scientifiche aventi adeguata rappresentatività nella disciplina o specializzazione, area o settore di riferimento”.

La Salute chiede proprio alla Federazione di favorire “l'aggregazione di società scientifiche o associazioni tecnico scientifiche appartenenti alla medesima area professionale” perché “possano assicurare la maggiore rappresentatività dell'area di riferimento e essere individuate come un unico soggetto” al momento della presentazione al ministero della domanda di iscrizione all'elenco.

Senza scontri e polemiche quindi, ma semplicemente con la concertazione e il dialogo con le istituzioni, sottolinea l’Ipasvi, è stato possibile per la Federazione degli infermieri ottenere il risultato voluto: le linee guida sulla responsabilità degli infermieri le elaboreranno gli infermieri.
 
 

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