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Martedì 17 OTTOBRE 2017
Global Diabetes Policy Forum. D’Ambrosio Lettieri (Dit): “Su diabete Italia impegnata, ma restano forti criticità”

"Molte soluzioni presentate a Berlino come auspicio o obiettivo dalle delegazioni di altri Paesi, sono ormai una realtà consolidata in Italia. Tuttavia si riscontrano ancora diverse criticità, laddove questa malattia rappresenta una reale emergenza di sanità pubblica: nel nostro Paese, infatti, la malattia colpisce più di 3 milioni di persone". Così il presidente dell’Intergruppo parlamentare “Qualità di vita e diabete” durante l'evento promosso oggi a Roma.

“Prevenzione, diagnosi precoce, empowerment del paziente e un accesso tempestivo all’innovazione terapeutica sono i quattro pilastri della Dichiarazione di Berlino contro il Diabete siglata lo scorso anno: un percorso condiviso che vede il nostro pieno supporto come parlamentari e come componenti dell’Intergruppo Diabete, che presiedo insieme all’on. Becattini, con l’obiettivo di dare risposte concrete ai pazienti diabetici. Molte soluzioni presentate a Berlino come auspicio o obiettivo dalle delegazioni di altri Paesi, sono ormai una realtà consolidata in Italia. Tuttavia si riscontrano ancora diverse criticità, laddove questa malattia rappresenta una reale emergenza di sanità pubblica: nel nostro Paese, infatti, la malattia colpisce più di 3 milioni di persone".
 
Lo ha dichiarato Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Intergruppo parlamentare “Qualità di vita e diabete” e componente Commissione Sanità Senato durante il Global Diabetes Policy Forum, promosso, tra gli altri, dalla International Diabetes Federation, tenutosi oggi a Roma.
 
"Nell’arco di poco più di 10 anni, dal 2001 al 2016, la prevalenza del diabete è passata dal 3,9% al 5,3%, vale a dire 1 milione di malati in più. E non è solo una delle più importanti sfide dei sistemi sanitari moderni, ma ha anche un notevole impatto sulla sostenibilità economica, a causa degli alti costi sanitari e sociali legati alla gestione della malattia. Alcune stime parlano, infatti, di un costo annuo pari a 20,3 miliardi di euro, di cui solo il 47% sono costi indiretti legati al pensionamento anticipato, dovuto principalmente all’incapacità (parziale o totale) di lavorare. Almeno la metà delle persone con diabete di tipo 2 non sanno di esserne affette e al momento della diagnosi molto spesso hanno già sviluppato una o più complicanze", ha aggiunto.
 
"Una delle criticità principali: manca il coordinamento di tutti gli attori che intervengono nel processo di cura e la definizione, per ciascuno di essi, di ruoli e responsabilità. La Medicina Generale, inoltre, non svolge ancora il ruolo centrale che le compete, data la prossimità con il paziente, con alcune attività attualmente riservate ancora esclusivamente allo specialista, ad esempio la prescrizione di alcune tipologie di farmaci. E ancora, non sono stati identificati obiettivi di programmazione e indicatori di monitoraggio degli outcome clinici. Infine - prosegue D'Ambrosio Lettieri - esistono problemi di interoperabilità tra i sistemi informativi e di corretta conservazione e gestione dei dati. Quest’ultimo punto è particolarmente importante in quanto è soltanto con il corretto utilizzo dei dati e la loro successiva condivisione che è possibile realizzare una vera gestione integrata del paziente. Negli scorsi anni, il Ministero della Salute ha lanciato diverse iniziative, quali il Piano Nazionale per la Malattia Diabetica e il Piano Nazionale Cronicità. Pur avendo rappresentato una presa di coscienza del tema e aver delineato specifiche azioni per realizzare un setting assistenziale adeguato, questi piani non hanno ancora ricevuto una corretta implementazione sul territorio".

"È tuttavia importante sottolineare come nel Paese esistano anche realtà virtuose, che possono rappresentare uno stimolo e un esempio per le aree del Paese che scontano i maggiori ritardi nella gestione ottimale del paziente diabetico. Ma tanto deve essere ancora fatto per frenare questa vera e propria “catastrofe” sanitaria, a partire dall’avvio operativo di policies efficaci. In questo ambito il comparto farmaceutico e l’accesso ai farmaci innovativi rappresenta un punto fondamentale che vorremmo fosse più concretamente declinato in tutto il Paese dove ancora esistono forti differenziazioni tra regioni e dove il principio stesso di universalità sembra essere vulnerato da quel cosiddetto universalismo diseguale. Un ossimoro inaccettabile dalla buona governance della sanità. L’italia può essere paese guida nell’ambito dei processi governance tentando la strada dell’armonizzazione sovranazionale e siamo particolarmente onorati che l’International Diabetes Federation e i suoi partners abbiano scelto il nostro Paese per questo meeting. La dichiarazione di Berlino tenta di proporre un paradigma operativo largamente condiviso e questo rappresenta senz’altro una condizione utile e importante per dare maggiore forza all’azione di contrasto al diabete migliorando significativamente la qualità di vita di pazienti che ne sono colpiti”, conclude.

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