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Giovedì 19 OTTOBRE 2017
Sicurezza e autonomia professionale. I medici in piazza a Bari: “Più dialogo con la politica. Sanità a rischio per carenza di personale”

Una mobilitazione per la sicurezza e l’autonomia della professione è stata indetta dalle Organizzazioni sindacali dei medici. L’appuntamento è per venerdì 10 Novembre, a Bari, dalle 13 alle ore 17, in Via Capruzzi. I Sindacati: “il definanziamento ha già provocato una gravissima carenza di personale medico e di strumenti. Ora è a rischio anche la sicurezza”.

Limitato dialogo con la politica e i vertici dell’amministrazione sanitaria, atti adottati unilaterlmente, de-finanziamento, carenze di personale e insicurezza, limitazione dell’autonomia e della libertà del medico, disumanizzazione del servizio sanitario. Questi i motivi per cui le organizzazioni sindacali del mondo medico (Aaroi - Anaao- Cimo- Cisl Medici- Fassid - Fimmg – Sbv – Smi - Sumai - Uil Medici - Ussmo) hanno indetto una mobilitazione generale, per venerdì 10 Novembre, a Bari.
 
La manifestazione avrà inizio alle 13 e proseguirà fino alle ore 17, in Via Capruzzi, nei pressi del palazzo del Consiglio regionale. La mobilitazione si concluderà nella sala convegni dell’Hotel Excelsior e vedrà la partecipazione dei leader sindacali nazionali e regionali.

La decisione è l’epilogo di una riunione delle organizzazioni sindacali del mondo medico che si sono incontrate lunedì scorso a Bari. Coinvolti medici convenzionati, ospedalieri, specialisti convenzionati, branche a visita e accreditati.
 
Tutti i rappresentanti sindacali hanno evidenziato “la limitata interlocuzione con la politica sui temi fondanti della sanità regionale e soprattutto sulle scelte sino ad oggi intraprese, che si sono spesso concretizzate nell’adozione unilaterale di atti regionali con conseguenze pesanti sull’esercizio quotidiano della professione”.
 
“Molte di queste scelte – hanno denunciato le organizzazioni sindacali dei medici - stanno portando ad una ‘medicina amministrata’ che finirà per limitare fortemente l’autonomia e il diritto di esercitare secondo scienza e coscienza la professione medica. I medici oggi sono costretti da sistemi informatici, con buona pace dell’umanizzazione del nostro servizio sanitario regionale e dell’efficacia del sistema di cura, a dover aderire a scelte terapeutiche in linea con algoritmi che non possono, per loro natura, tener conto di tutte le variabili cliniche presentate dai pazienti. Tutto questo è aggravato da un de-finanziamento che ha già provocato una gravissima carenza di personale medico e di strumenti, oltre ad un mancato rispetto di molte norme. La non ottemperanza di diversi obblighi in tema di sicurezza sul lavoro, per esempio, mettono in pericolo medici e cittadini, anche per lo stato di degrado in cui versano molte delle strutture territoriali ed ospedaliere della Regione”.
 
I medici rivendicano “il diritto di lavorare serenamente ed in sicurezza per la tutela della salute del cittadino in un sistema sanitario che deve continuare ad essere universale, equo e solidale. Sulla sostenibilità del sistema sono pronti a fare la propria parte, a patto che si riattivi l’indispensabile confronto tra le parti, si inverta la tendenza al de-finanziamento del SSR e si avvii una stagione di riforme tese soprattutto a colmare quel divario finanziario, strutturale e soprattutto di diritto alla salute che penalizza i cittadini del sud rispetto a quelli residenti nelle regioni del nord”.
 
Per questo le Oo.Ss hanno sottolineato di “rigettare ogni tentativo di limitare l’esercizio della professione, riaffermano la necessità del dialogo tra la politica e gli operatori della sanità, che sinora hanno consentito, grazie al loro impegno e alla loro dedizione, la tenuta del Ssr”.
 
I sindacati ritengono “non più procrastinabili le risposte in tema di sicurezza per i medici e i cittadini. Le continue aggressioni, soprattutto nei confronti delle donne medico, la mancanza di risposte alle continue denunce, l’assenza di iniziative tese a proporre soluzioni per chi ogni giorno e ogni notte è costretto a svolgere la professione in condizioni organizzative e psicologiche di assoluta insicurezza hanno indotto le Oo.Ss. a indire una giornata di mobilitazione per denunciare il livello di intollerabile inerzia raggiunto sul versante sicurezza in una regione che ha già visto la classe medica pagare un prezzo altissimo in vite umane, con gli omicidi delle dottoresse Maria Monteduro di Gagliano del Capo e Paola Labriola a Bari”.
 
Le Organizzazioni Sindacali invitano tutti i medici ed i cittadini a manifestare per la sicurezza sui posti di lavoro e per l’autonomia e l’indipendenza della professione. Le Oo.Ss. firmatarie di questo appello (Aaroi - Anaao- Cimo- Cisl Medici- Fassid - Fimmg – Sbv – Smi - Sumai - Uil Medici - Ussmo) si costituiscono in coordinamento permanente al fine di rappresentare ad ogni livello istituzionale le proprie rivendicazioni e proposte.

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