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Lunedì 31 MAGGIO 2010
Cancro al seno: un vaccino è possibile

Uno studio condotto su topi da laboratorio e pubblicato su Nature Medicine ha dimostrato che la somministrazione di una proteina caratteristica del cancro alla mammella è in grado di attivare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali. 

Un vaccino contro il cancro è un obiettivo inseguito da decenni dai ricercatori. Finora lo si è riuscito a mettere a punto in quei rari casi in cui il tumore è causato da un agente estraneo all’organismo come un virus, ma i tentativi di applicare un simile approccio nelle altre forme di cancro si sono rivelati fallimentari. Si sono sempre scontrati infatti contro l’assenza di un bersaglio biologico caratteristico delle cellule tumorali che le distinguesse da quelle sane e contro cui scatenare il sistema immunitario.
Ora, per la prima volta, sembra esserci riuscito un gruppo di ricercatori del Lerner Research Institute alla Cleveland Clinic. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, ha dimostrato su un modello animale - topi da laboratori modificati geneticamente per sviluppare il cancro al seno - che il tumore al seno possiede una proteina caratteristica, la alfa-lattoalbumina, assente nelle donne sane se non nel periodo dell’allattamento, in grado, se somministrata sotto forma di vaccino, di stimolare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali risparmiando quelle sane.
Nello studio, inoltre, il vaccino a base di alfa-lattoalbumina somministrato ai topi ha fatto sì che nessuno di essi sviluppasse il tumore.
“Crediamo che questo vaccino possa essere usato un giorno per prevenire il cancro al seno nelle donne, nello steso modo in cui le vaccinazioni proteggono da molte infezioni nei bambini”, ha commentato Vincent Tuohy, il primo firmatario dello studio che prevede l’avvio di una sperimentazione sull’uomo entro il prossimo anno. “Se funziona nell’uomo nello stesso modo in cui funziona nei topi, potrebbe essere una tappa storica: potremmo eliminare il cancro al seno”, ha aggiunto.
Secondo i ricercatori, qualora si giungesse a mettere a punto il vaccino per l’uomo, una strategia appropriata potrebbe essere la somministrazione del vaccino nelle ultraquarantenni, quando il rischio di tumore comincia ad aumentare sensibilmente.
Inoltre potrebbe essere una strategia alternativa a misure drastiche come la mastectomia preventiva anche per le donne più giovani ad altissimo rischio.
 
Antonino Michienzi

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