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Lunedì 23 OTTOBRE 2017
Vaccinazione antinfluenzale in Puglia: coperture in aumento e necessità di una comunicazione più corale e sinergica

Sebbene la Regione Puglia abbia una lunga e consolidata tradizione positiva sui temi della prevenzione il caso della vaccinazione antinfluenzale per gli over 65 anni e gli operatori sanitari mostra come esistano ancora notevoli margini di miglioramento (-17,6 punti percentuali rispetto all’obiettivo del 75%).

I tassi di copertura sono in sensibile aumento e quindi anche in questa Regione (che nella prima decade di novembre lancerà la nuova campagna vaccinale) la curva sta riprendendo il suo andamento positivo dopo la drastica discesa del 2014 successiva alla tempesta mediatica del caso Fluad. E se una tempesta mediatica ha così danneggiato questa pratica di prevenzione altrettanto potrebbe fare, anche se in tempi più lunghi, analoghe iniziative di comunicazione che, però, debbono essere sinergiche tra tutti gli attori del sistema e costanti nel tempo.
 
Ne sono assolutamente convinti i partecipanti all’ultimo incontro sul tema organizzato a Bari da Quotidiano Sanità e a cui hanno partecipato Giancarlo Ruscitti,  DG Dipartimento promozione della salute, del benessere sociale e dello sport per tutti; Vito Montanaro, DG ASL Bari; Francesca Zampano,   Dir. Prevenzione della Regione Puglia; Domenico Lagravinese,  Direttore della Prevenzione Asl Bari; Rosa Prato,  Ordinario di Igiene all’Università di Foggia; Filippo Anelli, Pres. Omceo di Bari; Ignazio Aprile,  Segr. Prov. FIMMG e Lucia Scarafile,  Presidente Auser Puglia.
 
Il workshop di Bari è stato, come detto, l’ultimo di cinque incontri in altrettante regioni promossi da Quotidiano Sanità e organizzati da Sics (Società italiana di comunicazione scientifica e sanitaria) con il sostegno incondizionato di Sanofi Pasteur, nell'ambito del progetto "Influenziamoci, la prevenzione è contagiosa".
 
Il progetto ha lo scopo di approfondire le problematiche della vaccinazione antinfluenzale negli over 65 e negli operatori sanitari. Alla luce dei bassi tassi di copertura nazionale, intendendo anche offrire spunti programmatici concreti per il miglioramento della governance di questa importante azione di sanità pubblica che ogni anno vede impegnati migliaia di operatori su tutto il territorio nazionale.
Spunto principale di discussione la Survey realizzata da Quotidiano Sanità sui cui dati di fondo è risultata sostanzialmente allineata anche la Regione Puglia.
 
Il primo ad essere assolutamente convinto della necessità di una forte azione comunicativa, utile anche per sensibilizzare gli operatori sanitari si è dimostrato Filippo Anelli, riconfermato proprio in questi giorni al vertice dell’Omceo di Bari, ricordando i risultati di una campagna sulle emittenti locali che, nel 2009, portò la Puglia a registrare tassi di copertura vaccinale prossimi al 75% (nel 2016 il dato è fermo al 57,4%).
 
A questo, ha convenuto l’intero panel dei partecipanti, deve però aggiungersi la necessità che l’intera classe medica si ponga in maniera unanime rispetto al tema/messaggio mediatico. Anche per incidere in maniera più significativa sulla mancata risposta alla vaccinazione da parte dei medici e degli operatori sanitari. Una “distrazione” motivata, secondo i partecipanti, più per “sciatteria e pigrizia” che per avversione alla vaccinazione stessa.
 
Non c’è dubbio, ha infatti sottolineato Domenico Lagravinese, Direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Bari, che  l’adesione alla vaccinazione sia il prodotto finale di un insieme di atti che portano i soggetti alla protezione preventiva ma nel caso di specie ritiene assolutamente necessaria non soltanto una campagna informativa e di sensibilizzazione continuativa, non stagionale, ma anche che ogni attore coinvolto nel processo (istituzioni, medici di medicina generale, medici specialisti ecc) debba agire in maniera corale e coordinata. “La discontinuità del processo promozionale crea problemi al radicarsi di quell’automatismo comportamentale che deriva dalla piena adesione alla cultura preventiva” ha infatti sottolineato Lagravinese.
 
Tuttavia alla volontà testimoniale e di promozione bisogna anche dare gambe e in tal senso l’istituzione di un’anagrafe vaccinale, nazionale e regionale, dei soggetti a rischio costituirebbe uno strumento fondamentale per consentire l’adozione di misure mirate e l’estrazione dei dati di esito.
Analogamente è stato ritenuto come ormai indispensabile il collegamento in rete, soprattutto con i medici di medicina generale.
Anche la mancata consapevolezza delle complicanze della vaccinazione è figlia di un’informazione spot, non approfondita, lontana dal concetto di fondo secondo cui la vaccinazione antinflunzale è da considerarsi come un LEA, dunque come un diritto più che un dovere.
 
A giudizio di Giancarlo Ruscitti, Dg Sanità della Regione Puglia, soprattutto alla luce della realtà demografica regionale, sarebbe opportuno anche differenziare, nella classe degli over 65, anni la fascia dei soggetti attivi da quelli inattivi che necessitano di approccio, anche comunicativo, differenziato. La scarsa adesione della classe medica a vaccinare se stessa, ha quindi osservato, non deve distrarre dal considerare la pratica come un dovere dell’intero corpus degli operatori sanitari che hanno un rapporto diretto e continuativo coi pazienti. Senza contare, ha aggiunto, “che la mancata copertura vaccinale da parte degli operatori sanitari, comporta inevitabili costi a carico del sistema sanitario per assenze per malattia che sarebbe interessante  poter valutare.
 
Sul tema della vaccinazione dei sanitari, severa è stata la considerazione di Ignazio Aprile, Segretario Fimmg di Taranto , secondo cui la vaccinazione antinfluenzale dovrebbe addirittura diventare un obbligo per gli operatori sanitari e financo prescrittivo per i target di interesse. Non ultima la necessità di investire certamente in comunicazione ma anche, soprattutto, in formazione trovando sconcertante, per esempio, la scarsa considerazione della valenza di un vaccino quadrivalente rispetto ad uno tradizionale.
 
E se Francesca Zampano, Responsabile per la Prevenzione della Regione Puglia ha chiarito che il tema dell’anagrafe vaccinale è al centro delle riflessioni regionali, così come la volontà e la possibilità di attivare l’accesso a tutti i medici di medicina generale ai servizi/strumenti di collegamento in rete, Rosa Prato, Ordinario di Igiene a Foggia, ha ritenuto di dover spostare l’attenzione anche su quale debba essere il messaggio corale da dare ai cittadini poiché a suo parere la vaccinazione dovrebbe “entrare a pieno titolo” ed essere contestualizzata nell’ambito delle strategie e delle campagne tese a promuovere i comportamenti attivi  più semplici e continuativi come il lavaggio delle mani o il galateo della tosse.
Sul fronte più prettamente istituzionale il Piano regionale vaccini della Regione Puglia può peraltro definirsi anche innovativo prevedendo precise azioni e responsabilità in capo alle direzioni generali delle ASL riguardo il rischio biologico. Se dunque da un lato il problema è quello di attuare in pratica i disposti delle delibere in modo condiviso e corale, dall’altro, come sottolineato da Vito Montanaro, DG della Asl di Bari, è quantomai necessario armonizzare le esigenze di salute pubblica con i disposti legislativi nazionali e dei contratti di lavoro che non possono, su questo fronte, essere discordanti.

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