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Mercoledì 25 OTTOBRE 2017
“I dolori del giovane medico”. Il 28 ottobre convegno dell’Omceo Torino

Sarà lasciata la parola dei giovani professionisti. Dopo la Laurea e l’abilitazione si apre, infatti, per il giovane medico un futuro incerto sia per l’esiguo numero di posti nelle scuole di specializzazione che per la precarietà che caratterizza il mondo del lavoro. All’incontro di sabato verranno analizzate criticità e proposte. IL PROGRAMMA.

“Dopo la Laurea ed Abilitazione si apre per il giovane medico la possibilità di accedere al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale o ad una Scuola di Specializzazione, presupposti per un successivo inserimento lavorativo specialistico, pubblico o privato, o convenzionato con il SSN. Tuttavia la crescente sproporzione tra laureati e posti messi a concorso creano annualmente una coorte sempre più numerosa di giovani professionisti esclusi dalla formazione post laurea che trovano occupazione in attività a carattere discontinuo e precario. La precarietà a livello contrattuale si riflette sulle scelte dei professionisti, spesso scoraggiati e demotivati dalla difficoltà di gestire vita professionale e personale”.
 
È da questi presupposti che l’Omceo di Torno, con la sua commissione "Giovani medici", ha deciso di promuovere per il prossimo 28 ottobre, ore 9.00 a Villa Raby, Corso Francia, 8 Torino, un convegno su “I dolori del giovane medico”. Per l’occasione sarà lasciata la parola ai giovani professionisti, con le loro testimonianze dirette.

“E' necessaria – spiega l’Omceo Torino nella nota che annuncia il convegno -, oltre ad una idonea riprogrammazione del numero chiuso ai corsi di laurea e ad una implementazione dei posti a concorso della formazione post laurea per adeguarli alle crescenti necessità, anche un’analisi e gestione delle condizioni lavorative del medico precario nei suoi risvolti sull’organizzazione del lavoro, sulla qualità della prestazione professionale, sull’autonomia professionale, sugli aspetti deontologici emergenti. E’ necessario individuare i punti di debolezza che incidono negativamente sia sulla sicurezza delle cure sia sull’autonomia professionale per poter favorire il superamento di condotte che mettano a rischio la salute dei cittadini e la dignità dei medici”.

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