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Mercoledì 25 OTTOBRE 2017
Vaccini obbligatori. Il caso “Bolzano”. Kompatscher incontra Lorenzin e assicura impegno per maggiore copertura

Il presidente altoatesino ha ammesso la presenza di alcune resistenze, ma ha anche precisato che “gli ultimi dati a disposizione sono confortanti: i bambini non in regola sono passati da oltre mille a meno di 400”. Lorenzin, riferisce Kompatscher, ha dimostrato “comprensione”. Per il governatore l'approvazione di un decreto legge per la trasmissione diretta dei dati tra Asl e scuola e viceversa “renderebbe tutto l’iter più logico, rapido e meno burocratico”.

Si è svolto ieri l’annunciato incontro tra il presidente della Pa di Bolzano, Arno Kompatscher, e il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sui ritardi e le criticità rilevati nella provincia sull’applicazione della nuova legge che rende obbligatori i vaccini per l’accesso a scuola.

“Ho riferito alla ministra - spiega Kompatscher in una nota - ciò che stiamo facendo sul territorio per quanto riguarda la prevenzione vaccinale, con l’invio delle lettere informative da parte dell’Azienda sanitaria alle famiglie, le quali sono poi tenute a presentare la documentazione alle scuole”.

Nella nota si spiega che “pur ammettendo di aver incontrato alcune resistenze nelle fase iniziale”, il presidente altoatesino ha precisato come “gli ultimi dati a disposizione sono confortanti: se prima erano oltre mille i bambini sprovvisti della documentazione necessaria riguardante le vaccinazioni obbligatorie, ora sono meno di 400, e continueremo a lavorare affinché tutti si presentino ai colloqui informativi e intraprendano i passi successivi”.

Il goverantore ha riferito che Lorenzin ha dimostrato “comprensione per la particolare situazione a livello locale, figlia anche di un approccio culturale diverso”, ma ha comunque auspicato una crescita del tasso di copertura vaccinale ribadendo la centralità della cosiddetta immunità di gregge.

“Una novità positiva – ha concluso Kompatscher - è rappresentata dall’annuncio di un decreto legge in fase di preparazione che consentirà di superare l’ostacolo rappresentato dalle norme sulla privacy per quanto riguarda la trasmissione diretta dei dati dall’Azienda sanitaria alle scuole e viceversa. Una misura del genere renderebbe tutto l’iter più logico, rapido e meno burocratico”.

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