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29 OTTOBRE 2017
Rossi (Snami Lombardia): “Agiremo legalmente nei confronti dell’Assessore Gallera. Si impedisce libera circolazione idee”

"Le affermazioni dell'assessore comparse sul Corriere della sera del 28 ottobre dove minaccia addirittura di sospendere la convenzione ai medici di famiglia che vorranno informare i pazienti sulle effettive conseguenze di un'eventuale adesione del cittadino al progetto regionale di presa in carico delle cronicità sono gravissime", così il leader dello Snami regionale Roberto Carlo Rossi.

“Leggo con stupore e sconcerto le gravissime affermazioni dell'Assessore Giulio Gallera comparse sul Corriere della sera del 28 ottobre nell'articolo a firma Sara Bettoni e Simona Ravizza”, afferma Roberto Carlo Rossi, leader dello Snami Lombardia, “ove l'assessore minaccia addirittura di 'sospendere la convenzione' ai Medici di Famiglia che tramite un cartello vorranno informare i propri pazienti sulle effettive conseguenze di una eventuale adesione del cittadino al progetto regionale di presa in carico della cronicità”.
 
“Le affermazioni sono di tale gravità - continua Rossi - che abbiamo già dato mandato ai nostri uffici legali di chiedere chiarimenti in merito e, a seguire, di procedere con ferma determinazione e in tutte le sedi opportune nei confronti dell'Assessore a tutela dei Medici di Medicina Generale dei quali va salvaguardata la libertà di pensiero e il lecito desiderio di informare i propri pazienti e di tutelarne la salute, senza vincoli di soggezione nei confronti del 'datore', con il quale, peraltro, vige un rapporto liberoprofessionale di convenzione con il Ssn".
 
"Detto questo - rimarca ancora Rossi - se le dichiarazioni dell’Assessore verranno confermate, mi pare una reazione davvero scomposta e molto sopra le righe ad un’iniziativa che non fa altro che mettere nero su bianco quanto stiamo dicendo da mesi. Le adesioni dei medici a Milano e provincia sono state un flop. È ovvio che, chi non ha aderito, consigli ai propri pazienti cronici, innanzi tutto proprio nel loro interesse, di non firmare il contratto (detto patto di cura) con la Regione. Appare quindi davvero clamoroso che l’Assessore voglia anche impedire la libera circolazione delle idee cercando di tappare la bocca a migliaia di professionisti", conclude Rossi.  

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