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Mercoledì 08 NOVEMBRE 2017
Legge Bilancio. Veneto vota contro. Coletto: “Per la sanità mancano soldi per contratti e farmaci. A rischio anche i nuovi Lea”

Ne dà notizia l’Assessore del Veneto Luca Coletto, al termine della riunione odierna della Commissione Nazionale Salute, che riunisce gli Assessori alla Sanità delle Regioni Italiane, in seno alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, dove il Veneto ha espresso parere contrario alla legge di Bilancio per il capitolo sanità

“Lo Stato – dice Coletto – prevede per il 2018 un fondo sanitario nazionale pari a 114 miliardi che, in realtà, costituisce un taglio ulteriore di un miliardo e mezzo, perché dentro a questa cifra vanno compresi anche nuovi, gravosi costi che peseranno sulle Regioni”.
 
“Unico esempio in Italia, dove tutti i rinnovi contrattuali sono coperti dallo Stato – specifica Coletto – quelli della sanità vengono invece fatti ricadere sulle Regioni, e si tratta di cifre ingenti. A questo dobbiamo poi sommare gli 820 milioni di maggiori oneri per i farmaci oncologici e ad alto costo, per i quali la previsione dello Stato è zero. Senza contare, dulcis in fundo, che il Ministero della Salute non ha ancora stimato i reali costi dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, che in realtà sono pari a non meno di due miliardi contro gli 800 milioni accreditati sul Fondo Nazionale”.

“Di fronte a questo quadro – aggiunge l’Assessore del Veneto – fatico a capire come il Ministro della Salute abbia potuto anche solo parlare di abolizione del superticket. Si deve sapere che in realtà, con le tasse e i tagli in sanità, si vanno a finanziare voci di spesa, e spesso sprechi, provocate da altri settori della spesa pubblica. E’ già accaduto con i superticket di dieci euro introdotti nel 2011 per recuperare due miliardi. Quella cifra, nella legge di bilancio 2015, è in realtà poi stata spostata su altre voci di spesa. E’ ora di finirla – conclude – di considerare la sanità il bancomat di tutte le spese per le quali lo Stato non sa trovare i fondi o non sa tagliare gli sprechi applicando criteri e costi standard”.

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