quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 15 NOVEMBRE 2017
Puglia. Omofobia e transfobia, Emiliano presenta Ddl per contrastarlo

La legge promuove specifiche politiche del lavoro a sostegno delle persone discriminate per il proprio orientamento sessuale, di formazione e riqualificazione professionale; e attività di formazione e aggiornamento per insegnanti e personale scolastico, nonché per i genitori. Iniziative anche a sostegno di studenti e studentesse, ed eventi che diffondano la cultura dell’integrazione. IL DDL

“Da sempre la Puglia è in prima linea per la lotta alle discriminazioni e alle violenze nei confronti della libertà altrui. In questo caso è in prima linea per tutelare l'identità di genere, la libertà affettiva e sessuale, le scelte di vita della comunità Lgbtqi, che sin da quando ero sindaco di Bari abbiamo considerato con grande attenzione e come un fattore di progresso di tutta la nostra comunità”. Con queste parole il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha presentato oggi alla stampa il disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia approvato ieri dalla Giunta regionale.

L’iniziativa mira a prevenire e contrastare le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o dalle condizioni intersessuali; consentire ad ogni persona la libera espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere; prevenire e superare le situazioni di discriminazione e garantire il diritto all’autodeterminazione.

“Siamo convinti – ha dichiarato Emiliano - che civiltà nei comportamenti e crescita generale della società vadano insieme. Non esistono società che possano crescere, anche solo dal punto di vista economico, che non abbiano un’alta considerazione dei diritti delle persone. E quindi questa legge, che pure è parziale, vuole spingere il Parlamento a legiferare in materia di discriminazione e omofobia. È intollerabile che nelle scuole, nelle strade, qualcuno possa subire discriminazioni solo perché si veste, parla o si muove in un modo che da taluni non viene considerato accettabile, o peggio normale. Questa legge sicuramente provocherà molte reazioni, ci saranno sicuramente i tutori della morale comune. Io chiedo loro una moratoria: prima di sparare su questa legge e dire che essa mette in pericolo la famiglia o la morale pubblica, di leggere il testo che io sono disponibile a discutere con chiunque”.

Alla legge si possono presentare emendamenti, osservazioni. “Noi valuteremo ogni cosa. Quindi prima di scatenare su questa legge un conflitto, proviamo a tenere insieme la nostra comunità affrontando insieme un problema che è oggettivo. Cioè quello di consentire a ciascuno di essere come vuole”, ha detto Emiliano, dicendosi comunque “convinto” che “nche culture politiche diverse dalla mia hanno la stessa considerazione della libertà individuale, e quindi possono e hanno i assolutamente i mezzi per arrivare a conclusioni comuni a quelle della nostra amministrazione”.

“Le norme – ha aggiunto il governatore - non fanno altro che raccogliere un modo di concepire la società che viene da noi stessi. Quindi quello che conta più di tutto è il convincimento e il progresso individuale e collettivo di ciascuno di noi. Mi piacerebbe che i cittadini italiani, e in generale gli esseri umani, considerassero come la peggiore delle nefandezze pregiudicare, offendere e discriminare la libertà sessuale e affettiva altrui".

“Totò Negro era parte di questa cultura di inclusione – ha detto il presidente ricordando Salvatore Negro scomparso ieri - È stato felice di essere assessore al Welfare, e di affrontare le sfide anche del cambiamento. Ha lavorato a questa legge al fianco di Titti De Simone e idealmente ha unito la nostra comunità al di là di tutti gli stereotipi, raggiungendo un risultato politico che noi dobbiamo manutenere. Questa legge serve quindi anche alla manutenzione della civiltà che abbiamo raggiunto”.

“La legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere – ha spiegato Titti De Simone, consigliera del presidente per l’attuazione del programma - rappresenta una delle pietre miliari del programma di governo della Puglia ed è stata scritta attraverso un processo partecipativo dal basso, che ha coinvolto le associazioni, in coerenza con la legislazione nazionale ed europea in materia di diritti fondamentali delle persone, nonché in attuazione dei principi costituzionali di uguaglianza formale e sostanziale e pieno sviluppo della persona umana”.

Queste politiche attive “si rendono necessarie - come si legge nella delibera - alla luce di ricerche nazionali e internazionali, così come delle indagini Istat, che registrano episodi di violenza fisica, incitamento all’odio (spesso tramite la rete), dichiarazioni di intolleranza in famiglia, contesti sociali, luoghi di formazione e di lavoro. Ciò che è più drammatico e preoccupante è che tale contesto discriminatorio induce spesso le persone colpite all’adozione della strategia della “invisibilità” come forma di sopravvivenza che però si traduce in un annullamento fisico, psichico e sociale della persona”.

Pertanto la legge promuove specifiche politiche del lavoro, di formazione e riqualificazione professionale; attività di formazione e aggiornamento per insegnanti e personale scolastico, per i genitori, e sostegno di studenti e studentesse; eventi che diffondano la cultura dell’integrazione. Dispone interventi in materia socio-assistenziale e socio–sanitaria di informazione, consulenza e sostegno in favore delle persone Lgbtqi e delle loro famiglie, e garantisce fin dalla nascita il diritto alla integrità fisica delle persone che presentino condizioni o stati intersessuali.

La Regione Puglia promuove il soccorso, la protezione, il sostegno e l’accoglienza alle vittime di discriminazione o di violenza e istituisce il Tavolo tecnico regionale sulle discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti da tutti i soggetti operanti nel settore. Infine, la legge disciplina le funzioni del CORECOM, per la rilevazione sui contenuti eventualmente discriminatori della programmazione televisiva, radiofonica regionale e locale, messaggi commerciali e pubblicitari, promuovendo forme di collaborazione per l’adozione di modelli comunicativi che utilizzino un linguaggio non offensivo e stereotipato.
 
“È molto importante che la Regione Puglia abbia deciso di avviare il percorso per l’approvazione di una legge regionale contro omofobia e transfobia – ha detto Gabriele Piazzoni, segretario nazionale Arcigay - anche perché i dati sono impietosi. Nel nostro Paese solo nel 2017 abbiamo registrato 196 casi di violenza e discriminazione e questi sono solo quelli emersi dalle cronache, moltissimi sono quelli sommersi che non vengono denunciati. Di fronte all’immobilismo dello Stato che ancora non si dota di una legge nazionale è importantissimo che le regioni, come la Puglia, varino leggi efficaci per il contrasto al fenomeno”.

“Questa è legge – ha aggiunto Piazzoni - è estremamente importante perché  prevede una serie di iniziative che mirano a spiegare ai cittadini che la discriminazione non è accettabile e che bisogna imparare a convivere accettando le differenze che ognuno di noi ha. In mancanza di una legge nazionale, la regione fa quello che può non avendo competenze di natura penale. Però creare osservatori, mettere in campo risorse economiche, è una prima risposta che la Puglia dà, manifestando efficacemente la vicinanza a quei cittadini, a quei ragazzi a quelle ragazze che quotidianamente subiscono discriminazioni, bullismo nelle scuole e che in questo modo vedono le istituzioni più vicine al loro problema”.

“Sicuramente – ha concluso - servirebbe una legge nazionale di supporto educativo per evitare le discriminazioni. E poi servirebbe sicuramente tutto il comparto penale, perché in questo momento non esiste nel nostro paese una legge contro omofobia e transfobia. L’unico testo presentato è fermo da anni in Senato e ovviamente ormai lì rimarrà visto che siamo alla fine legislatura, vedremo nella prossima, ma l’Italia è in ritardo storico su questo: è l’unico dei grandi paesi dell’Unione europea che non ha una legislazione in materia”.

“Abbiamo avuto il piacere e l’onore di partecipare alla stesura di questa legge – ha detto Pasqua Manfredi, rete Lenford, l’associazione nazionale di avvocati che si occupa di diritti delle persone Lgbtqi che insieme all’avv. Antonio Rotelli ha collaborato alla scrittura del ddl - abbiamo lavorato insieme alle associazioni del territorio in completa sinergia. Una novità è che sono state inserite anche forme di tutela per le persone intersessuali. Importante è la costituzione di parte civile della Regione Puglia nei confronti di persone che hanno subito discriminazioni. Abbiamo lavorato uniformandoci e appoggiandoci legislativamente alla legge regionale sul benessere delle persone del 2006, e alla legge del 2014 contro la violenza alle donne”.

“Questo è un ulteriore passo di civiltà che la Regione Puglia compie – ha aggiunto Antonella Favia, Arcilesbica - Le novità legislative introdotte sono state condivise e il frutto di un lavoro partecipato fatto nel tempo. L’intelligenza si misura in base alla capacità di adattamento al cambiamento, l’augurio è che la Regione Puglia si dimostri sempre intelligente, qualificata, sensibile e vicina alle tematiche inerenti alla violenza nei riguardi delle persone che hanno un orientamento sessuale differente”.

“Lo scopo dell’Agedo – ha affermato la presidente Clotilde Benedetto - è sostenere i genitori che vengono a sapere della omosessualità dei propri figli e offrire un contributo concreto in questo lungo percorso”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA