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Venerdì 07 OTTOBRE 2011
Assogenerici replica a Fimmg: “Macché lobby. Siamo i primi a essere penalizzati da norme”

Il presidente Giorgio Foresti risponde al segretario Fimmg Milillo che aveva parlato di lobby in riferimento alle industrie del generico. “Siamo i primi a voler cambiare le regole come propone Milillo ma non ci stiamo ad essere bollati come lobbisti. È falso”.

“Non condivido l’osservazione formulata dal segretario Fimmg relativa al fatto che i produttori di generici si siano affidati a lobby o a norme impositive – spiega a Quotidiano Sanità Giorgio Foresti, presidente di Assogenerici - . Ciò non è assolutamente vero. E se vogliamo dirla tutta le norme vigenti non hanno tenuto conto delle aziende produttrici di generici. E i risultati sono lì a testimoniarlo. Mi si deve spiegare come mai attraverso la pressione di queste ‘fantomatiche lobby’ si sono fatte delle leggi che non ha fatto altro che penalizzare la diffusione del generico nel nostro paese. Insomma, è tutto il contrario di quanto affermato dal segretario Fimmg”.
 
Ma Foresti va oltre e specifica come sia “semmai l’industria del ‘brand’ che ha attivato lobby di modo che il farmaco rimanesse in mano ai produttori degli ’originator’, che allineano i prezzi a quelli dei generici. C’è poi il problema della sostituibilità in farmacia. Che impone la sostituzione ma solo quando c’è un differenziale di prezzo. Sulla sostituibilità, chiarisco, è una scelta che non ci compete. Certo è che se oggi volessimo specificare la non sostituibilità di un farmaco brand, ciò andrebbe contro la legge in quanto c’è un differenziale di prezzo col generico e il farmacista è obbligato a dire al paziente che esiste questa differenza”.
 
Il numero uno di Assogenerici in ogni caso “condivide la necessità evidenziata ieri nella sua relazione da Milillo, di prescrivere il farmaco off-patent perché credo sia veramente giunto il momento e siamo i primi a voler ridiscutere anche la sostituibilità, purché tutto ciò sia fatto con l’intento di favorire la diffusione del generico. Dobbiamo discuterne tutti insieme e trovare una soluzione che vada bene al medico, al farmacista, alle regioni e al sistema sanitario e che sia condivisa da tutti. Ma questo non è stato fatto perché altri non hanno mai accettato questa discussione”.

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