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Giovedì 23 NOVEMBRE 2017
Violenza contro le donne. Pronto il Dpcm con le Linee guida su assistenza, triage e supporto legale

Le Regioni hanno espresso l’intesa in Stato-Regioni al provvedimento che si affianca all’altro all’esame della Conferenza Unificata: il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020, anticipato da Quotidiano Sanità e su cui le Regioni hanno già proposto parere favorevole. IL TESTO DEL DPCM CON LE LINEE GUIDA.

Gli infermieri addetti al triage in pronto soccorso, adeguatamente formati. Riconoscono ogni segnale di violenza, anche quando non dichiarata. E per farlo possono avvalersi di informazioni relative ad eventuali precedenti accessi ai Pronto soccorso del territorio da parte della donna.  Per questo le Regioni devono adeguare i sistemi informatici  aziendali  e  regionali per consentire all'azienda sanitaria o all’ospedale di riferimento di essere in rete con tutte le altre strutture della regione di appartenenza.

E’ il primo passo nel percorso di accoglienza delle donne vittima di violenza, indicato nelle Linee guida nazionali ("Percorso per le donne che subiscono violenza a norma dell'articolo 1, commi 790 e 791 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato") emanate con un Dpcm firmato per Gentiloni dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e su cui c'è stata l’intesa in Stato-Regioni con alcune osservazioni delle Regioni.

Un provvedimento che si affianca all’altro all’esame della Conferenza Unificata: il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020, anticipato da Quotidiano Sanità  e su cui le Regioni hanno dato parere favorevole con la raccomandazione di indicare risorse certe per il finanziamento delle azioni previste e di riconoscere a Regioni e Province autonome un ruolo maggiore all’interno della programmazione e di prevedere gli strumenti operativi per evitare possibili sovrapposizioni tra programmazione nazionale e regionale.   

Le linee guida dopo il triage prevedono, salvo che non sia necessario attribuire un codice di emergenza (rosso o equivalente), che alla donna sia riconosciuta una codifica di urgenza relativa - codice giallo o equivalente - per garantire una visita medica tempestiva  (tempo di attesa massimo 20 minuti) e ridurre al minimo il rischio di ripensamenti o allontanamenti volontari. Alla donna presa in carico dovranno essere assicurate l'assistenza e la protezione richieste dal caso specifico e ne caso abbia fatto accesso al Pronto soccorso con figlie/i minori è opportuno che le/gli stesse/i restino c n la madre e che siano coinvolti  nel suo stesso percorso.

La donna deve essere accompagnata in un'area separata dalla sala d'attesa generale che le assicuri protezione, sicurezza e riservatezza.
Eventuali accompagnatrici/accompagnatori, a eccezione delle/dei figlie/i minori, dovranno essere in un primo momento allontanati. Successivamente, e solo su richiesta della donna, potranno raggiungerla nell'area protetta.

L'area protetta rappresenta l'unico luogo in cui la donna  viene  visitata e sottoposta ad ogni accertamento strumentale e clinico e il luogo di ascolto e prima accoglienza (dove anche repertare il materiale utile per una  eventuale denuncia/querela), nel pieno rispetto della sua privacy.

I dettagli e le indicazioni sulle modalità di svolgimento della visita medica, sono descritti negli allegati alle linee guida, dal trattamento diagnostico-terapeutico alla repertazione di tracce biologiche per le analisi di genetica forense nel percorso assistenziale delle vittime di violenza sessuale e/o maltrattamento.

Per evitare la contaminazione, la degradazione e la perdita di tracce biologiche e ottenere risultati utilizzabili per successivi ed eventuali procedimenti giudiziari, sono indispensabili una corretta repertazione, una successiva corretta conservazione, e la predisposizione della catena di custodia dei reperti.

Al termine del trattamento diagnostico-terapeutico, l'operatrice/operatore sanitaria/o che ha preso in carico la donna utilizza lo strumento di rilevazione "Brief Risk Assessment tor the Emergency Department - DA5"4, indicato dal ministero della Salute, per essere coadiuvata/o nella elaborazione e formulazione di una corretta e adeguata rilevazione in Pronto soccorso del rischio di recidiva e letalità e per adottare le opzioni di dimissioni descritte nelle linee guida.

Le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere, anche attraverso i propri distretti, presidi e servizi territoriali, devono fare in modo che, nel prestare assistenza socio-sanitaria a donne che subiscono violenza, siano rispettate tutte le indicazioni contenute nelle presenti Linee guida nazionali.
Infine la formazione che con l'aggiornamento continuo di operatrici e operatori sono indispensabili per una buona attività di accoglienza, di presa in carico, di rilevazione del rischio e di prevenzione.

I moduli formativi dovranno fornire una adeguata conoscenza di base del fenomeno della violenza maschile contro le donne su:
- dinamiche della violenza da parte dei soggetti autori di violenza: come nasce e si sviluppa, il ruolo degli stereotipi e degli atteggiamenti sessisti;
- conseguenze della violenza sulla salute e sul benessere della donna e delle/dei sue/suoi figlie/i; I
- tutela delle categorie vulnerabili: qu li sono, specifici obblighi e possibili percorsi per donne disabili, in gravidanza, minori ecc.;
- criteri e metodologie per instaurare con la donna una relazione fondata sull'ascolto e sull'accoglienza;
- conoscenza delle risorse economiche e professionali disponibili sul territorio;
- collaborazione fattiva con la rete territoriale intra ed extra ospedaliera;
- lettura della rilevazione del rischio in Pronto soccorso di recidiva e letalità;
- promozione condivisa e sinergica di un sapere comune, volto al confronto e alla conseguente crescita professionale.

E i relativi percorsi e moduli sono anch’essi indicati negli allegati alle nuove Linee guida.
 

 
 
 

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