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Mercoledì 29 NOVEMBRE 2017
Tumore al seno. In Piemonte ricoveri cresciuti del 7% in 4 anni

Sono passati da 4.146 a 4.453, e la percentuale dei casi trattati nelle Breast Unit di riferimento è salita dall’83 al 94%, mentre si è ridotta dal 17 al 6% la quota di interventi effettuati in strutture non individuate come centri di senologia. È il quadro illustrato dall’assessore Antonio Saitta. “La programmazione migliora con il riordino della rete oncologica”, ha evidenziato, con riferimento all'obiettivo di ridurre le liste di attesa e la mobilità passiva.

I ricoveri per carcinoma della mammella in Piemonte sono aumentati del 7% in quattro anni, da 4.146 a 4.453, e la percentuale dei casi trattati nelle breast unit di riferimento è salita dall’83 al 94%, mentre si è ridotta dal 17 al 6% la quota di interventi effettuati in strutture non individuate come centri di senologia. E’ il quadro fornito dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta nel rispondere a un’interrogazione presentata in Consiglio regionale.
 
“Con il riordino della rete oncologica secondo il modello hub e spoke, avviato a fine 2015, abbiamo intrapreso un lavoro che darà gli esiti positivi con il tempo - ha spiegato l’assessore Saitta -. Ogni centro ha definito il gruppo interdisciplinare di cura, con il relativo responsabile e un referente per ciascuna disciplina, ha elaborato un percorso diagnostico terapeutico assistenziale consultabile anche dai cittadini e gli esiti a distanza nel tempo, quali la sopravvivenza a cinque anni delle donne piemontesi colpite da carcinoma della mammella, è tra le più alte”.
 
“Grazie a questa impostazione siamo in grado di affrontare le criticità e programmare gli interventi finalizzati alla riduzione delle liste d’attesa e della mobilità passiva, risultati già fissati tra gli obiettivi dei direttori generali” ha aggiunto l’assessore riferendosi all’aumento dell’11% dei ricoveri fuori regione per carcinoma della mammella riguardanti le pazienti piemontesi, rispetto al 7% dei casi trattati nelle strutture della regione. “Il fenomeno - ha precisato ancora Saitta - riguarda prevalentemente le aree del Piemonte Nord-Est e Sud-Est, mentre nell’area metropolitana torinese si verifica al contrario una tendenza positiva, di mobilità attiva”.

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