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Lunedì 11 DICEMBRE 2017
Si ferma la sanità. In sciopero medici e dirigenti: “Sospesi 40mila interventi chirurgici e centinaia di migliaia di visite mediche ed esami”

“La sanità chiude un giorno per non chiudere per sempre”, dice l’Anaao. Tra i motivi della protesta, oltre allo stallo nelle trattative per il contratto fermo da anni e la scarsità di risorse per il fondo sanitario, anche “il mancato rispetto delle pause e dei riposi, ferie non godute, turni notturni in età avanzata, reperibilità oltre il dettato contrattuale su più ospedali contemporaneamente, aumento dei carichi di lavoro festivi e notturni, progressioni di carriere rarefatte, livelli retributivi inchiodati al 2010”. LA LOCANDINA DELLO SCIOPERO.

“Il SSN finora si è sostenuto sul sacrificio di medici e dirigenti sanitari. E le Regioni hanno garantito i LEA, almeno quelle che lo hanno fatto, a spese dei professionisti, delle loro ferie, delle loro risorse accessorie, dell’abuso del loro orario di lavoro. La diminuzione del perimetro della tutela pubblica sta provocando tra i cittadini attese più lunghe, maggiori diseguaglianze territoriali, crescita del divario tra chi può curarsi pagando e chi no. Ormai si declina il diritto alla salute in base alla residenza e la distanza tra Bolzano e Napoli si può esprimere in 700 km o in 4 anni di aspettativa di vita. E la situazione, che la legge di bilancio 2018 nemmeno prende in considerazione persa come è dietro bonus di ogni genere, è avviata a peggiorare”.
 
Questo l’amaro commento dell’Anaao Assomed alla vigilia dello sciopero nazionale di domani che vedrà fermarsi per 24 ore medici e dirigenti sanitari del Ssn che, sottolinea l’Anaao causerà la sospensione di 40.000 interventi chirurgici, di centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti.
 
“La sanità chiude un giorno per non chiudere per sempre”, si legge nella nota del sindacato che ricorda come “domani è chiamato allo sciopero chi vive da anni una condizione lavorativa caratterizzata da mancato rispetto delle pause e dei riposi, milioni di ore di lavoro non retribuite e non recuperabili, ferie non godute, turni notturni ad una età alla quale tutte le categorie, pubbliche e private, sono esonerate, reperibilità oltre il dettato contrattuale su più ospedali contemporaneamente, aumento dei carichi di lavoro festivi e notturni, progressioni di carriere rarefatte, livelli retributivi inchiodati al 2010 con perdite calcolate fino ai 50.000 euro per i giovani ed i livelli apicali. Una stangata senza eguali”.
 
“Contemporaneamente – sottolinea ancora Anaao -un’intera generazione di giovani è relegata dopo 11-12 anni di formazione in contratti di lavoro precari ed atipici, molto simili ad un caporalato 2.0, o nel limbo della disoccupazione post laurea”.
 
“Nonostante ciò dopo 8 anni di blocco non si sente ancora il segnale di inizio per la discussione del CCNL, alla faccia della Corte Costituzionale e delle dichiarazioni dei ministri che assicurano che si chiuderà prima di Natale. Già, ma di quale anno?”, nota con sarcasmo il sindacato.
 
“Domani è l’occasione per i Medici e Dirigenti sanitari per una civile protesta, per pretendere un cambiamento che non verrà da solo, per mettere in campo l’orgoglio di una categoria che è e vuole essere considerata gruppo dirigente, parte della soluzione della crisi della sanita italiana e non del problema. Per reclamare valore al nostro lavoro, che è diritto a difesa di altri diritti, perché i LEA siamo noi, le nostre competenze e conoscenze che fanno la differenza tra la vita e la morte, tra malattia e salute”, scrive Anaao, che avverte, “se non rioccuperemo uno spazio politico, Regioni e aziende, con l'inerzia del ministero, assegneranno il ruolo ed il lavoro del medico a chi si offre a minor prezzo e con maggior interesse della politica”.
 
“Per questi motivi chiamiamo i Medici ed i Dirigenti sanitari a mobilitarsi per dare senso e forza alle battaglie, per chiedere al Governo una inversione di rotta che riporti la sanità pubblica, e quindi la salute degli italiani, nella agenda della politica nazionale, con la legge di bilancio e con il CCNL, invece di scommettere contro se stesso investendo i soldi dei libretti postali nella sanità privata. Altrimenti, dovremmo pensare che i partiti al Governo hanno perso la salute. E la prognosi sarebbe riservata. #primadivotarepensallasalute”, conclude Anaao.
 

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