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Martedì 18 OTTOBRE 2011
Assobiomedica: “Sifo sbaglia su misurazione di efficacia terapeutica dei dispositivi medici”

L’Associazione delle imprese produttrici di dispositivi medica replica alla notizia diffusa ieri dalla Società dei farmacisti ospedalieri: “Ci stupiamo che qualificati operatori della sanità ignorino che la spesa per i dispositivi medici è in larghissima misura effettuata dagli ospedali”.

“Sono incomprensibili e in parte gravemente errate le affermazioni della Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) sulla misurazione dell'efficacia terapeutica dei dispositivi medici. Ci sorprende che un qualificato operatore della Sanità ignori che la spesa per i dispositivi medici è in larghissima misura effettuata dagli ospedali e che comunque risulta ormai di pari entità di quella per i farmaci. Se poi si fanno confronti di incidenza sulla spesa sanitaria pubblica complessiva va precisato che i dispositivi medici pesano meno di un terzo rispetto al peso della farmaceutica ospedaliera e territoriale”. Così una nota di Assobiomedica, l’Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese produttrici di dispositivi medici, replica alle dichiarazioni fatte ieri dalla Sifo in occasione del 32esimo congresso nazionale in corso a Firenze fino al 19 ottobre.
“Assobiomedica – aggiunge la nota dei produttori di dispositivi medici - è perfettamente consapevole della necessità che le tecnologie mediche siano sottoposte ad accurate valutazioni di HTA. E non è un caso che la nostra Associazione sia stata tra i primi in Italia a invocarne l'introduzione”.
Assobiomedica ribadisce quindi la propria “disponibilità a collaborare con chiunque e in tutte le sedi affinché siano stabilite procedure di valutazione e di acquisto in grado di garantire trasparenza, appropriatezza e qualità a difesa della salute del cittadino. Ma ci sembra legittimo – conclude - esprimere dubbi sulla non documentata indicazione dichiarata dalla Sifo circa la non innovatività effettiva di un dispositivo medico su tre immessi sul mercato”.
 

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