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Mercoledì 19 OTTOBRE 2011
La Fp Cgil Medici contro i CReG lombardi: “È un trucco per privatizzare”

“Ma quale presa in carico del paziente cronico”. Per la Fp Cgil Medici il CReG (Chronic Related Group) lombardo “è il frutto della incapacità della regione di organizzare un'efficace assistenza territoriale pubblica che sfocia in un banale trucco per privatizzare”.

“Sono note – spiegano in una nota Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici medicina generale e Antonio Sabato, coordinatore regionale FP CGIL Medici medicina generale Lombardia - la mancanza di cultura verso l’assistenza territoriale della Regione Lombardia e la sua propensione verso la privatizzazione del sistema sanitario pubblico. Ma non era ancora stato infranto l’argine delle cure primarie che con i CReG di fatto si privatizzano, esternalizzando la gestione dei pazienti cronici. Si canalizzano le prestazioni verso lidi prescelti. Si compromettono il ruolo e la funzione principale del medico di famiglia: quella di curare i pazienti cronici, che così viene relegata alla gestione economica delle patologie croniche”.

Ma per i sindacalisti le prospettive non sono rosee: “Il coinvolgimento dei medici di famiglia in questo ruolo non durerà. Nessuno si illuda. È già scritto che questa funzione di provider potrà essere svolta, oltre che da aggregazioni di medici, anche da Onlus, Fondazioni, Cooperative, società e aziende di servizio, aziende ospedaliere, strutture ambulatoriali accreditate. A breve è infatti previsto il nuovo bando”.

Secondo la Fp Cgil Medici “aMilano, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, 20 milioni di budget virtuale vanno a 55 medici della cooperativa CMMC in partnership con la Telbios SpA, una partecipata della Fondazione San Raffaele. Di fatto i medici vedrebbero i soldi solo transitare verso le società di servizi. Il tutto naturalmente a spese della 'USL-Pantalone' che viene estromessa dalla gestione delle cure primarie mantenendo sostanzialmente solo il ruolo di ‘bancomat’”.

“I CReG che Formigoni sta frettolosamente introducendo in Lombardia – conclude la nota - diradati i fumi della propaganda, lasciano sul terreno molte vittime: cittadini, medici di famiglia, soldi pubblici, libera scelta, servizio sanitario nazionale. È una sperimentazione molto discutibile e la metteremo in discussione ad ogni livello, anche perché si colloca in netto contrasto con la legge 502/92 e con la convenzione nazionale vigente”.

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