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Venerdì 22 DICEMBRE 2017
Donazioni e trapianti di organo. Un’Italia da record con dati mai registrati prima: in un anno donazioni aumentate del 18%

Con una media di 28 donatori per milione di abitanti (35 al Nord) superiamo nettamente la media europea, secondi solo alla Spagna. Diminuiscono liste attesa in riduzione per il secondo anno consecutivo e cala del 15% anche il numero delle opposizioni. Questi i dati preliminari del Centro Nazionale Trapianti, aggiornati al 30 novembre 2017 I DATI PRELIMINARI

È un’Italia da record quella delle donazioni e trapianti di organo. Il nostro Paese nel 2017 ha raggiunto una crescita mai registrata prima che coinvolge sia la fase del procurement che gli interventi eseguiti. A beneficiarne sono i pazienti in lista di attesa che, per il secondo anno consecutivo, registrano un calo. Aumenta rispetto al 2016 il numero degli accertamenti di morte (+10.8%) e il numero dei donatori (18%) che ci consentono di superare le medie europee e con punte di eccellenza nell’area centro settentrionale. E ancora, crescono anche i donatori utilizzati, con un +11.7% sul 2016.  Aumenta così il numero dei trapianti di rene e quelli di fegato e  si conferma il trend di crescita degli ultimi tre anni dei trapianti di cuore. Diminuiscono solo, anche se di poco, i trapianti di polmone. Infine decresce rispetto allo scorso anno del 15% il numero delle opposizioni alle donazioni.
 
A descrivere i contorni dell’attività di donazione e trapianti sono i dati preliminari del Centro Nazionale Trapianti, aggiornati al 30 novembre 2017 illustrati oggi da Alessandro Nanni Costa, Direttore Generale del Centro nazionale trapianti che non ha nascosti la sua soddisfazione.
 
“I numeri sono estremamente positivi – ha detto Alessandro Nanni Costa, Direttore Generale del Centro nazionale trapianti – abbiamo raggiunto la quota di 28,7 donatori per milione di abitanti che ci porta decisamente sopra la media europea. Accanto a questo c’è un dato di grandissima importanza che è quello relativo al Centro Nord che si attesta su ben 35 donatori per milione di abitanti. Questo vuol dire che in questa area abbiamo un modello che ha raggiunto risultati finora ottenuti solo da quello spagnolo, il migliore in Europa. Ma attenzione se nel Centro Nord abbiamo raggiunto l’eccellenza anche nell’area Centro Sud le donazioni sono sopra la media europea con 20 donazioni per milione di abitanti. Questo è il messaggio forte che dobbiamo inviare: c’è una crescita complessiva del sistema che ci porta ad essere in secondi i Europa, ma tra i primi al mondo”.
 
Altra grande novità dell’anno è l’aumento dei donatori “a cuore fermo”: “La morte in questi soggetti viene accertata con criteri cardiocircolatori, non neurologici – ha spiegato a Quotidiano Sanità Nanni Costa – e l’eccezionalità di questa attività è che si riescono a trapiantare gli organi in soggetti in cui il cuore è stato fermo 20 minuti grazie a circolazioni extra corporee, sia nel donatore sia sugli organi prelevati che vengono ossigenati e curati dopo il prelievo. Attualmente sono ancora pochi, circa sessanta, ma il trend è in crescita tant’è che sono raddoppiati per il secondo anno. Ma altra novità di rilevo – ha aggiunto – riguarda anche quei pazienti che a causa della presenza di anticorpi verso alcuni antigeni sono di difficile trapiantabilità e rimangono così in liste di attesa per anni. Grazie a un Programma nazionale per immunizzati oggi siamo in grado di trapiantare 55 pazienti con una grave iperimmunizzazione e in attesa di un rene da quasi dieci anni. Questo si interfaccia con le catene samaritane, ne abbiamo già attivate cinque e altre due sono vicine. E per il 2018 ci stiamo preparando per una catena samaritana che partirà con una donazione da cadavere, sarà la prima in Europa. Una novità resa possibile grazie al lavoro del Centro di Padova dove un matematico italiano, a titolo gratuito, ha elaborato un software rivoluzionario. Il sistema è quindi ricco, ci sono idee e voglia di andare avanti. Insomma è un sistema che va verso la modernità”.
 
Il sistema verso la riorganizzazione. E non è finita qui. Potrebbe essere approvata nella prossima Conferenza Stato Regione una nuova proposta che riorganizza l’attività dei trapianti secondo un modello Hub&Spoke.  “Attualmente – ha anticipato Nanni Costa –  abbiamo un Centro di riferimento con equipe autorizzata al trapianto. In futuro ci sposteremo verso un sistema di rete organizzato secondo un meccanismo Hub&Spoke, con un’attività di trapianto alla quale collaborano chirurghi e internisti ognuno con la definizione delle proprie responsabilità. Modello peraltro già regolamentato in Piemonte e Emilia Romagna, ma ci sono esperienze avanzate anche in Veneto e Lombardia. In sostanza, verrà regolamentata la presa in carico completa del paziente che potrà rivolgersi anche ai centri Spoke”.
 
I dati emersi. Ma vediamo nello specifico quali sono i dati preliminari sull’attività di donazione e trapianti 2017.
Aumenta il numero degli accertamenti di morte che registrano un +10.8% rispetto al 2016, con 45.2 accertamenti eseguiti per milione di popolazione (pmp).
I donatori aumentano del 18% rispetto allo scorso anno, raggiungendo la quota dei 28.7 per pmp (rispetto al 24.3 del 2016).
Soprattutto, su questo fronte, l’Italia supera la media europea che si attesta su 18.4 donatori per milione di popolazione. Con punte di eccellenza: nell’area centro settentrionale si registrano 35.9 donatori pmp, quasi il doppio della media registrata in Europa.
Ma anche l’area centro meridionale dell’Italia, con 19.1 donatori pmp, si colloca sopra tale media.
Parallelamente crescono anche i donatori utilizzati, con un +11.7% sul 2016 (il 2017 si chiuderebbe con 23.9 donatori utilizzati per milione di popolazione contro il 21.4 dello scorso anno).
 
Su questo scenario positivo influisce anche il dato sulle opposizioni alla donazione che si attesterebbe al 28% per il 2017 contro il 32% di tutti gli accertamenti di morte del 2016. In termini di numeri assoluti, questa riduzione è pari al 15% in meno rispetto allo scorso anno.
 
Dato positivo anche per i trapianti da donatore deceduto sul quale influisce ovviamente il numero donazioni: nel 2017 supererebbero per la prima volta la quota dei 3.500, attestandosi su 3.688 interventi.
 
Aumentano i trapianti di rene, che passerebbero dai 1.796 del 2016 a 1.971nel 2017,
Nel 2016, i trapianti di rene da donatore vivente hanno costituito circa il 13% del totale di questi interventi (276 su 1298 da donatore deceduto). I dati in proiezione, aggiornati al 17 novembre 2017, indicano 280 trapianti da vivente. Il Centro Nazionale Trapianti, in collaborazione con l’Aned (Associazione Nazionale Emo-Dializzati) e la Sin (Società Italiana di Nefrologia), ha lanciato nel giugno del 2017 un progetto specifico di info-formazione dedicato ai professionisti del settore (nefrologi, medici del centro trapianto, medici delle dialisi, medici di medicina generale) per aumentare la conoscenza di questa opportunità terapeutica tra gli addetti ai lavori e tra i pazienti e loro familiari. Il progetto è partito in via sperimentale in Puglia, Umbria e Marche. Altra grande novità è il programma “DEC-K” (DECeased Kidney paired exchange), promosso dalla Regione Veneto, dal Coordinamento Regionale Trapianti del Vento, dall’Azienda Ospedaliera di Padova e dall’Università degli Studi di Padova che si propone di iniziare una eventuale catena di trapianti da donatore vivente tra soggetti incompatibili, inseriti nel protocollo crossover, con un organo da donatore deceduto.
 
Trapianti di fegato. Anche per questo organo il trend è in aumento: da 1.213 trapianti nel 2016 sono passati a 1309 quest’anno).
 
Si conferma il trend di crescita degli ultimi tre anni dei trapianti di cuore (da 266 nel 2016 a 272 nel 2017) mentre sono in calo di qualche unità i trapianti di polmone (da 147 nel 2016 a 144 nel 2017).
 
Liste d’attesa. Con l’aumento delle donazioni e dei trapianti si registra una flessione dei pazienti in lista di attesa; se si confrontano i dati dei pazienti in lista al 31 dicembre 2016 (9.026) con quelli al 30 novembre 2017 (8.774) emerge una riduzione di 252 pazienti in lista. Inoltre per il secondo anno consecutivo calano i pazienti iscritti in lista per il rene (-271 rispetto al 2016); in diminuzione anche quelli per il fegato (-17 rispetto al 2016).
 
Donazione a cuore fermo.Altro grande successo italiano, le Regioni in cui è attivo un programma di prelievo di organi a cuore fermo sono la Lombardia (6 strutture ospedaliere coinvolte), l’Emilia Romagna (4 strutture), il Piemonte (2 strutture), la Sicilia, la Toscana e il Veneto con una struttura.
Dal 2008 al 2014, gli accertamenti di morte con criteri cardiaci sono stati 26, i donatori a cuore fermo sono stati 20 e quelli utilizzati 17; 11 reni sono stati prelevati e trapiantati.  Nel 2015 gli accertamenti di morte con criteri cardiaci sono stati 8, i donatori 8, quelli utilizzati 7; i trapianti di rene sono stati 8, 4 quelli di fegato e uno di polmoni.  Nel 2016 ci sono stati 21 accertamenti di morte con criteri cardiaci, 20 donatori e 14 donatori utilizzati; ci sono stati 12trapianti di fegato, 24 di rene e uno di polmoni. Al 15 dicembre 2017, ci sono stati 50 accertamenti con criteri cardiaci, 43 donatori e 30 donatori utilizzati; ci sono stati 15 trapianti di fegato, 29 di rene e 3 di polmone.
 
Cellule staminali emopoietiche. Anche i dati in proiezione, aggiornati a dicembre 2017, sull’attività di donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche confermano un trend positivo. Quest’anno si chiuderebbe, infatti, con 500mila donatori iscritti nel Registro Ibmdr (Italian Bone Marrow Donor Registry) con più di 20mila donatori iscritti nel 2017. Un ulteriore dato positivo riguarda la crescita dei giovani donatori iscritti, con particolare riferimento a quelli della fascia 18 -25 anni; questi donatori, tra l’altro, presentano un alto livello di tipizzazione e sono, quindi, immediatamente disponibili alla comunità dei trapiantologi italiani e di tutto il mondo.
 
Si consolida la tendenza in aumento degli ultimi 3 anni per quanto riguarda le donazioni di cellule staminali emopoietiche da donatore volontario iscritto al Registro Ibmdr: nel 2016 sono state 208 contro le 190 del 2015 e le 169 del 2014. Al 7 dicembre 2017sono state registrate 209 donazioni e sono ancora previste 7 entro la fine dell’anno.
 
È invece in calo l’utilizzo delle unità di sangue cordale a scopo di trapianto, su questa diminuzione influisce l’impiego sempre più crescente di cellule staminali emopoieti che prelevate da donatore semi-compatibile (noto come aploidentico).
 
Si riducono anche gli autotrapianti, una flessione è dovuta all’introduzione di nuovi famaci sempre più efficaci per alcune malattie (come la leucemia mieloide cronica) e alla sempre più crescente possibilità di identificazione di un donatore allogenico (sia da Registro Ibmdr che aploidentico). Al calo dei trapianti autologhi si associa la crescita dei trapianti allogenici; i dati in proiezione al 31 dicembre stimano che l’anno si chiuderebbe con 1896 interventi. Di questi, 829 provengono da donatore non familiare.

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