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Mercoledì 27 DICEMBRE 2017
Sanità integrativa e abbagli ideologici



Gentile Direttore,
rispondo ai commenti del dott. Nick Sandro Miranda,Tesoriere Omceo Udine che, sul numero del 24 dicembre di QS, scomoda riferimenti letterari, per proseguire l'offensiva contro la Sanità Integrativa che per qualcuno continua a rimanere un nemico tanto pericoloso quanto, evidentemente, poco conosciuto.
 
Prima di entrare nel merito mi si consenta perun momento di rimanere nell’ambito letterario, così caro al dottor Miranda, per osservare che la metafora del medico, alla ricerca del profitto, a scapito dei suoi pazienti, sia davvero un boomerang essendo centrata sui comportamenti amorali di un medico della provincia francesee non sulla legittimazione del privato, in quanto tale, a contribuire al bene comune attraverso le proprie capacità imprenditoriali.
 
Rappresentarmi come un suo possibile collega, nell’artifizio letterario, che si lascia prendere dall’avidità ed è afflitto da conflitto d’interessi sarebbe come assimilare tutta la categoria medica ad uno dei protagonisti della commedia all’italiana, il celeberrimo dottor Guido Tersilli, cacciatore seriale di pazienti veri e falsi. E questo davvero non renderebbe giustizia al prezioso contributo che i suoi colleghi forniscono alla tutela della salute di tutti.
 
Tornando alla realtà, torno a rivendicare la scelta fatta da RBM Assicurazione Salute di schierarsi da subito a supporto della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale nell’interesse di tutti gli stakeholder del Sistema Salute, in primis i pazienti. Ne è prova, tra le varie iniziative che promuoviamo, la scelta di investire oltre il 10% dei premi incassati dai nostri assicurati in campagne di diagnosi precoce e prevenzione della Salute ad integrazione degli screening garantiti dalle ASL. Perseguendo l’obiettivo di raggiungere un equo profitto dando lavoro a migliaia di persone e collaborando attivamente e in modo costruttivo con i medici e le strutture sanitarie italiane pubbliche e private.
 
La Sanità Integrativa, credo sia fondamentale ribadirlo ancora una volta,è oggi l’unica possibile fonte aggiuntiva di finanziamento per il Sistema Sanitario del nostro Paese pertanto chiunque voglia avversare, con onestà intellettuale,le nostre tesi dovrebbe spiegare concretamente perché si voglia privare la totalità dei cittadini italiani di uno strumento che ove applicato ha già dimostrato di essere molto efficace.
 
E questo, come ho già ricordato nell'articolo precedente, di fatto senza costo per lo Stato.
I benefici fiscali per la Sanità Integrativa oggi oscillano infatti tra i 500 ed i 700 milioni ovvero una somma pari allo 0.5% della spesa sanitaria pubblica. Non credo si possa seriamente affermare che cancellando i benefici fiscali per la Sanità Integrativa e reinvestendo queste somme davvero esigue nel SSN i cittadini ne avrebbero un giovamento. Diversamente, nonostante i limitati finanziamenti di cui dispone giá oggi la Sanità Integrativa, che viene pagata - è bene ricordarlo - non con i soldi dello Stato, ma con quelli di lavoratori ed aziende, è in grado abbassare di oltre la metà la spesa sanitaria di tasca propria.
 
È bene ricordare a tutti, ed in particolare a chi come il dott. Miranda avversa su un piano meramente ideologico la Sanità Integrativa, che le criticità evidenziate in termini di uguaglianza che vengono riferite alla disponibilità di questi strumenti solo ad alcuni cittadini (i lavoratori dipendenti, nello specifico) non sono insite nella natura della Sanità Integrativa, ma derivano da un impianto normativo che ha preferito, proprio per motivazioni di natura ideologica, non ammettere l'esistenza di un bisogno di affiancamento del SSN per tutti i cittadini relegando l’operatività di tali strumenti all'ambito di applicazione della contrattazione collettiva.
 
Si continua a citare come termine di paragone gli USA e come comprova dell'inefficienza dei Fondi Sanitari e delle Assicurazioni nel nostro Paese i costi della sanità americana.
 
Mi sembra che proprio queste argomentazioni dimostrino una scarsa conoscenza del fenomeno Sanità Integrativa in Italia o, diversamente, una certa capziosità delle argomentazioni proposte. In altri termini, mi sembra discutibile partire dall'assunto che i numeri siano solo numeri ed ognuno abbia i propri.
 
Le nostre analisi citano sempre le fonti e si alimentano con le evidenze della RGS e dell'Istat. E questi numeri mi sembra, peraltro, descrivano molto bene anche il pensiero dei cittadini.
 
L’Assicurazione Sanitaria in Italia è solo integrativa del SSN e agisce nel migliore dei casi come Secondo Pilastro Sanitario ancillare al quello Pubblico. Negli Stati Uniti l'Assicurazione Sanitaria svolge il ruolo del nostro SSN, ovvero quello di primo pilastro. Mi sembra che il paragone proposto, quindi, non tenga in alcun modo. Inoltre, l'Assicurazione Sanitaria negli USA, in quanto Pilastro di base, ha il compito di curare i cittadini misurando anche l'appropriatezza delle prestazioni erogate. In Italia, l'Assicurazione Sanitaria ha, in ragione della sua natura integrativa, il compito di finanziare (rimborsare) le cure aggiuntivi effettuate privatamente dal cittadino.
 
Mi si permetta, in chiusura, anche una battuta sul tema del profitto e del conflitto di interessi.
Nell'articolo del dott. Miranda si legge che il medico fa l’interesse altrui e cerca di essere pagato adeguatamente, mentre il terzo pagante penserebbe al suo profitto legittimamente, ma occupandosi di welfare finisce inevitabilmente in conflitto di interessi. Mi sembra che entrambe le categorie, proprio in base a questo ragionamento, condividano lo stesso problema ovvero la necessità di occuparsi di un bene primario delle persone, la salute, a condizioni economicamente sostenibili.
 
Mi sembra quindi di poter concludere che ci troviamo di fronte non tanto ad un  problema di profitto quanto ad un problema di sostenibilità. Del resto nessuna impresa o sistema pubblico serio può prescindere dal pareggio di bilancio perché senza sostenibilità non ci sono né qualità né diritti.
Non si tratta di anteporre al bene comune della salute il profitto di qualcuno quanto di anteporre la sostenibilità delle cure per tutti i cittadini alla ideologia della torre d'Avorio.
 
Marco Vecchietti
Consigliere Delegato RBM ASSICURAZIONE SALUTE S.p.A.

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