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Venerdì 29 DICEMBRE 2017
Piombo e crimine, una debole connessione

Uno studio, pubblicato da Pediatrics il 26 dicembre scorso, esclude un rapporto causale tra elevate concentrazioni di piombo e comportamenti criminali che si manifestano con l’avanzare dell’età.  Un risultato in contrasto con alcune ricerche del passato che avevano rilevato un rapporto positivo tra esposizione al piombo durante l’infanzia e disturbi dello sviluppo fisico e psichico

(Reuters Health) - Per valutere il rapporto tra esposizione a esalazioni di piombo e comportamenti di natura criminale, un gruppo di ricercatori guidato da Amber Beckley, della Duke University di Durham, North Carolina, ha seguito 553 persone, nate a Dunedin (Nuova Zelanda) tra il 1972 e il 1973. Negli anni ‘70 l'esposizione al piombo era comune tra i bambini di ogni classe sociale, a causa dell'uso diffuso di benzina contenente piombo. Questo gruppo di ragazzi neozelandesi è stato testato una prima volta all’età 11 anni,e il follow up è durato fino all'età di 38 anni.

Secondo l’OMS, non esiste un limite di sicurezza per l’esposizione al piombo, che già in concentrazione pari a 5 mg/dl è in grado di danneggiare il sistema nervoso dei bambini e di abbassarne il quoziente d’intelligenza.

All’iniziio dello studio i partecipanti presentavano livellli di piombo nel sangue pari mediamente a11,01 microgrammi / dL. Valore che, alla fine del follow up era compreso in un range tra i 4 a 31 microgrammi / dL, indipendentemente dallo status socioeconomico.

154 persone, pari al 26% dei partecipanti, avevano ricevuto almeno una condanna penale. All’interno di questo gruppo, 68 persone avevano ricevuto una sola condanna penale e le restanti 86 erano state riconosciute colpevoli più di una volta. Dal puntodi vista dell’obiettivo dello studio - l’aver compiuto o meno un reato di natura criminale - i ricercatori hanno individuato solo 53 persone che si erano macchiate di crimini violenti. Una percentuale - fanno notare gli autori dello studio - non imputabile totalmente all’esposizione al piombo, in quanto inferiore a quella rappresentata dallo status maschile dei partecipanti allo studio.

I commenti
“L'esposizione al piombo da bambini non sembra influenzare le persone nel commettere un crimine violento o nel reiterarlo - dicono gli autori dello studio - È possibile che lo studio, condotto oggi, quando i bambini hanno in genere un'esposizione al piombo inferiore a quella dei loro coetanei degli anni '70 e '80, possa dare risultati diversi”. ”È anche possibile che la connessione tra esposizione al piombo infantile e comportamento criminale possa risultate più forte di quanto gli autori abbiano concluso”, osserva David Farrington, dell'Università di Cambridge. n un editoriale di accompagnamento alla pubblicazione dello studio. "Sono necessarie ulteriori ricerche per studiare gli effetti indipendenti, interattivi e sequenziali dei livelli di piombo nel sangue in relazione ad altri fattori di rischio per l'offesa", conclude Farrington.

Fonte: Pediatrics 2017

Lisa Rapaport
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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