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Venerdì 04 GIUGNO 2010
Rischio di cataratta più alto per gli anziani in cura con antidepressivi

Soprattutto tre farmaci aumentano le probabilità  di perdita di trasparenza del cristallino secondo uno studio pubblicato sul Ophthalmology.

Alcuni farmaci antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), se assunta dagli anziani, potrebbe comportare un aumento del rischio di cataratta quantificato nel 15 per cento da uno studio pubblicato sulla rivista Ophthalmology.

La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori del Vancouver Coastal Health Research Institute in Canada, che ha analizzato i dati di circa 19 mila pazienti con più  di 65 anni in cura con antidepressivi comparandoli con quelli di 190 mila coetanei che non assumevano farmaci.

L’associazione più forte è  stata evidenziata per tre specifici farmaci: la fluvoxamina, la venlafaxina e la paroxetina che aumenterebbero il rischio rispettivamente del 39, 33 e 23 per cento. Tuttavia, precisano i ricercatori, l’aumento di probabilità di sviluppare cataratta aumenta soltanto per l’assunzione in età avanzata e non per un uso precedente nel corso della vita.

Quanto alla spiegazione del fenomeno, ha spiegato Mahyar Etminan, il primo firmatario dello studio “Ci sono dei recettori della serotonina nel cristallino e studi sugli animali hanno già dimostrato che un eccesso di serotonina lo rende opaco e dà il via alla formazione di cataratta”.

“Se questi risultati dovessero essere confermati in ulteriori ricerche - ha concluso il ricercatore - i medici e i pazienti dovrebbero cominciare a prendere in considerazione il rischio di cataratta quando viene prescritta questa classe di farmaci agli anziani”. 

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